Una marcia lunga e fatta di notte, attraverso i deserti dell’egoismo
Quel bambino era un re, ma un re senza alloggio; e quelli vennero lo stesso, camminando sotto il lume delle costellazioni, avendo per guida una stella. Questo รจ il miracolo del Cristo.
Che schioda la gente dai posti fissi, sconficca i cuori dagli interessi che pietrificano, spinge oltre il sacro recinto, per rimettere in circolazione uomini e cose nella ricerca dellโunitร e sotto la spinta dellโuniversalitร : e cosรฌ alla sua culla approdano dโogni plaga profeti, ebrei e filosofi greci, arte e letteratura, speculazione e costumi, spogliandosi lungo il tragitto di quel che avevano di particolarmente idolatrico e cioรจ di erroneo, di antirazionale, e disumano. E tutto si va a raccogliere intorno a Cristo, che รจ la ragione totale.
I Magi portavano dai recessi dellโArabia e della Mesopotamia tesori e profumi: affetti ed effetti. Lโamore li tirava fuori della lontananza per avvicinarli al Cristo, che era il gran povero ed รจ sempre presente nei poveri. Questa marcia dei Magi simboleggia cosรฌ lo sforzo per avvicinarsi da tutte le lontananze, per salire da tutte le bassure, per arrivare con lโofferta dei cuori e quella dei beni materiali, attraverso i deserti dellโegoismo, allโunitร con Dio: โche Dio si fece uomo affinchรจ lโuomo si facesse Dioโ come ebbe a dire S. Agostino: lโuno discese perchรฉ lโaltro ascendesse. Ma รจ una marcia lunga, e fatta di notte, tra insidie e triboli. La veritร non si acquista senza fatica; Dio รจ un premio donato a chi faticosamente cerca: ma chi cerca trova.
Igino Giordani, La Via, 1950