Profilo

Igino Giordani ci interpella ancora oggi con la sua vita, testimone di una cultura e di una politica che valorizza la coerenza, il dialogo, l’edificazione della pace.
Scrittore, giornalista, politico, ecumenista e patrologo, confondatore del Movimento dei Focolari accanto a Chiara Lubich, è una personalità poliedrica che ha lasciato tracce profonde ed ha aperto prospettive profetiche a livello culturale, politico, ecclesiale, sociale.

Nasce il 24 settembre 1894 a Tivoli, da famiglia di umili origini, primo di 6 figli. Sin dagli anni delle elementari collabora col padre muratore, e per un anno lascia la scuola per dedicarsi al lavoro. Con l’aiuto di chi ne apprezza l’intelligenza, riprende gli studi: ginnasio in seminario, liceo nella scuola pubblica, rivelandosi studente geniale.

In guerra – Appena diplomato, allo scoppio della prima guerra mondiale, viene chiamato alle armi, e inviato sulle trincee del Carso. Giordani non esplode un sol colpo contro il nemico, per non uccidere “un fratello”. Viene colpito da un cecchino austriaco, riportando ferite così gravi che gli procureranno tre anni d’ospedale, undici operazioni, una medaglia d’argento e… l’appuntamento con Dio. Gli scritti di un laico, Contardo Ferrini, poi divenuto santo, lo aiutano a scoprire che anche in mezzo al mondo si può raggiungere la santità.

L’impegno politico e culturale – Nel 1919, il proclama ai «liberi e forti» di Luigi Sturzo trova Igino Giordani steso su un letto dell’ospedale militare, fra operazioni chirurgiche, alternate con gli esami universitari che Giordani sta sostenendo alla Facoltà di Lettere dell’Università la Sapienza di Roma. La risposta di Giordani non si fa attendere: è fra i primi ad accorrere alla neonata esperienza del Partito popolare.

Nel 1920 sposa Mya Salvati. Avranno 4 figli: Mario, Sergio, Brando e Bonizza.

Negli anni del regime fascista Giordani percorre strade, spesso rischiose, di denuncia delle violenze e del clima d’intimidazione che il fascismo disseminava nella società italiana. Subisce quello che Giordani definisce “un confino sociale e politico”: privato di ogni opportunità di lavoro, parte nel 1927 per gli Stati Uniti dove, per conto della Santa Sede, segue corsi di Biblioteconomia. Entra in contatto con il mondo protestante, approfondisce la letteratura nordamericana. Di ritorno a Roma lavora come dirigente alla Biblioteca Vaticana: ne rinnova il catalogo e dà vita alla scuola di biblioteconomia.

Il 2 giugno 1946 viene eletto deputato ed entra a far parte di quei “padri costituenti” che hanno posto le fondamenta ideali della Repubblica italiana. Sarà rieletto ancora nel 1948, e nel 1950 diverrà membro del Consiglio dei popoli d’Europa a Strasburgo.

Nel settembre 1948, l’incontro con Chiara Lubich. Igino ha 54 anni, è uno scrittore celebre, un politico impegnato, agiografo e direttore di giornali, amico di vescovi e frequentatori di pontefici… eppure, di fronte a una giovane laica che ha la metà dei suoi anni, fondatrice di un movimento spirituale comunitario nuovo, la sua vita ha una svolta. Dirà più tardi: “Tutti i miei studi, i miei ideali, le vicende stesse della mia vita mi apparivano diretti a questa meta… Potrei dire che prima avevo cercato; ora ho trovato”.
Trova risposta alla sua sete di santità con la piena partecipazione, pur sposato, alla vita di comunità del focolare, formata da focolarini vergini. Puro di cuore e con l’anima spalancata sull’umanità, apre così una nuova via di santità ad una schiera di sposati, allora inedita nella Chiesa. Giordani porta a Chiara tutto il patrimonio della sua intensa vita politica e professionale, come coniugato, padre di famiglia, uomo di cultura, immerso nel mondo e nella storia con coraggio e passione. Chiara vede in lui rappresentata tutta l’umanità, con i suoi dolori e le sue virtù, e lo considera seme di tutte le diramazioni che lei via via fonderà dando sempre nuovo sviluppo al Movimento. Per il contributo così rilevante da lui dato all’attuazione del disegno di unità iscritto nel carisma della fondatrice, verrà da lei riconosciuto confondatore.

Nel 1953, non viene rieletto alla Camera dei Deputati. Per Giordani, è l’occasione per dedicarsi a tempo pieno al Movimento dei Focolari. In seguito assume la direzione di Città Nuova, la rivista del Movimento (sulla quale scriverà fino al 1979), e si occupa del «Centro Uno», la segreteria ecumenica del Movimento.

Significativa è la pubblicazione di Laicato e sacerdozio (1964), poco prima della Lumen Gentium, nel quale Giordani offre una lucida anticipazione dei temi conciliari sul laicato cattolico, portando a termine una ricerca che, in realtà, l’aveva occupato da molti anni.

Nel 1974, alla morte dell’amata moglie Mya, Igino entra a far parte di un focolare a Rocca di Papa (Roma), presso l’allora Centro Mariapoli, nel cuore della struttura organizzativa del Movimento.

Il 18 aprile 1980 conclude il suo viaggio terreno a Rocca di Papa. Chiara e quanti gli sono stati vicini negli ultimi trent’anni, lo indicano come “l’uomo delle beatitudini”.

Processo di Beatificazione – Nel 2004 si apre ufficialmente la causa di beatificazione di Igino Giordani nella cattedrale di Frascati, diocesi dove Igino Giordani ha concluso i suoi giorni. Concluso a livello diocesano il 27 settembre 2009, è ora alla seconda fase, presso la Congregazione per le cause dei santi.