Riti pagani e cuore cristiano

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L’anno era l’834, quando papa Gregorio IV decise di spostare la festa di Ognissanti dal 13 maggio al 1° novembre. Fu una scelta ponderata. L’obiettivo era infatti quello di rimuovere i retaggi pagani di alcune popolazioni che culminavano proprio la notte del 31 ottobre, con il capodanno celtico. Festa che veniva definita di All Allows Even, ossia del tutto è permesso, persino che i morti potessero tornare in vita. Oggi, a distanza di secoli dal gesto di Gregorio IV, la festa di Halloween è entrata nella nostra vita, quasi senza che ce ne accorgiamo. In questa prospettiva rileggiamo questo brano di Igino Giordani in cui con poche eloquenti pennellate differenzia la religiosità pagana da quella del Vangelo.

La pratica della magia, che era la forma di religione popolare più diffusa, consisteva nel captare, con formule d’incantesimo, un dio, e asservirselo, come esecutore di proprie voglie: vendette, innamoramenti, affari…

Cristo comandava invece l’offerta del cuore, cioè un sacrificio sostanziale dell’intero essere; uno svellersi da sé per darsi a lui, portando l’affezione sinora raccolta sul proprio io a un Altro fuori e sopra di sé, e non per mezz’ora, alle date dei fasti, con sacrificio di volatili o mammiferi, compiuto secondo un rito fisso; ma in tutti i momenti della giornata e con spontaneità. Il centro di affetti era trasferito dall’uomo a Dio: i rapporti capovolti. Conseguentemente i campi, i negozi, la donna, la patria, le cariche, tutto era subordinato a Dio; gli uomini e le loro cose erano ricondotti a lui, come a origine e fine; la sua legge soverchiava e abrogava quella umana quando questa non fosse discesa ordinatamente da essa.

Lo svuotamento che il cristiano doveva fare di se medesimo per colmarsi del timore e dell’amore di Dio era una rinunzia pazza pel paganesimo in cui l’uomo serviva se stesso subordinandosi la stessa idolatria. Il pagano faceva i suoi dèi simili a sé, prestando loro le sue passioni, nomi e storia; i cristiani si facevano simili, in certa misura, a Dio, seguendone la legge. […]

Per valutare la spiritualità dell’una in confronto al materialismo dell’altra, basti rammentare che la salute cristiana era salvezza dal peccato; e quella pagana era salvezza dal destino. Veramente, l’astro di Betlemme fugava lo Zodiaco, da cui pareva abbrutita la coscienza degli uomini”.

(Igino Giordani, Segno di contradizione, Morcelliana, Brescia 1934, pp. 11-12,14).

 

 

Pubblicato il: 31/10/2014Categorie: Giordani scrittore

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