Passa l’ombra del mondo e il Papato resta

Igino Giordani, già nel 1958 ci invitò a vedere il Papato con occhi nuovi, a vederlo oltre le ombre che spesso appannano la nostra vista.

Creature mortali, i Pontefici, ma il Papato, opera divina, resta e raccoglie la vita della Chiesa: esso che è veicolo della vita divina alla comunità dei fedeli, organata in Chiesa; esso, che nei Vicari di Cristo difende e distribuisce i doni della Redenzione. C’è un Papa, un padre, unico pastore dell’unico gregge, perché il cristianesimo è la realizzazione di quella esigenza di unità lasciata da Gesù come una volontà testamentaria. Ci si fa uno, nella Chiesa visibile, nell’unico capo, il Papa e perché c’è lui, la fede di milioni di creature sparse per tutto il mondo, è una. Ci si separa dal Papa e la fede si fa centomila: la Chiesa si frantuma; Cristo è fatto a pezzi.

La storia del Papato è la storia della Chiesa. Ognuno di quei vegliardi, successi al Pescatore, ebbe un suo carattere e svolse la sua vicenda, ma inserita nell’unico filo conduttore che, rettilineo, parte da Cristo e, a Cristo ritorna; e che storicamente si appalesa come la difesa costante della libertà dei figli di Dio recuperataci da Cristo contro i tiranni del male.

Il Papa, da venti secoli si eleva come il vertice dell’evoluzione ascensionale dello spirito, più su degli interessi politici, economici, mondani, all’incrocio del divino con l’umano, ai livelli dell’incarnazione, a raccogliere l’amore dei buoni e a contrastare l’odio dei vessatori. Alla vergine Caterina egli appare il “dolce Cristo in terra”, ai manutengoli dei tiranni esso è apparso l’anti-Cristo. Per secoli gli avversari si sono accaniti ad abolirne i titoli di primato; per secoli, Santi e artisti e benefattori dell’umanità, ne hanno tratto ispirazione e forze. Per generazioni, la raucedine di gente, a cui la coscienza mordeva per reati privati e pubblici, ha esploso fumo e spari per oscurarne la bellezza; per secoli la sterminata famiglia dei vergini, di religiosi, di anime umili e pure ha tratto da lui la norma e la costanza. 

Veramente posto, quale Vicario di Cristo, a mediare tra Cielo e terra, il Papa è stato sempre a segnare lo spartiacque tra il bene e il male, e quindi anche tra la razionalità e la barbarie, tra la libertà e la tirannide, tra la civiltà e l’oscuramento; e se Leone Magno fece di sé usbergo contro Attila e Gregorio VII spezzò la tirannide imperiale, e Pio V salvò l’Europa dall’invasione della Mezzaluna durante la diserzione della cosiddetta Riforma, e Pio VII stette inerme contro il despota più armato, anche gli ultimi pontefici si sono levati contro le dittature più paurose degli ultimi tempi. In venti secoli persecuzioni e calunnie, filosofie e ideologie, si sono abbattute come pecorelle subtelluriche contro la rocca di Pietro; ma non hanno fatto che solidificarla. La sua storia s’è identificata con la storia della Croce irrorata dal sangue del Cristo mistico, ogni giorno ricrocifisso. Chiese e sette acattoliche di tanto si allontanano da Cristo di quanto si allontanano dal Papa; e il ritorno all’ortodossia si identifica col ritorno verso il Vaticano.

Persecutori e calunniatori son passati come ombre; dei più si è perso il nome; dei meno si ricorda qualche fatto solo in manuali che non interessano. Il Papato resta nel secolo XX più grande, per prestigio e potenza morale, che nel secolo X. Esso ha visto regni, imperi e repubbliche finire, mentre, un Papa dopo l’altro, con una vicenda infaticabile, trasmetteva l’immane onere d’essere “il servo dei servi” e cioè d’amar Cristo, anche nei fratelli, più d’ogni altro, con immenso onere di sacrifici e lutti portati come una croce per l’erta di un lungo calvario. Ma la dinastia divina dei successori di Pietro non è mai venuta meno: e già questa perennità storica è la prova della sorgente divina della Chiesa. In mezzo a negazioni tanto futili quanto superbe di una storiografia traversata dalla passione e dell’odio (….) tanti han dovuto riconoscere la vitalità storica del primato di Pietro e quindi della posizione e azione del Papato.

Passa l’ombra del mondo: e il Papato come Cristo resta. Com’era stato predetto da Gesù, le porte dell’Ade, – le potenze della morte – nulla potranno contro la Chiesa viva, edificata sulla pietra di Pietro.

Igino Giordani, Il Papato resta, «L’Avvenire d’Italia», 10 ottobre 1958

Pubblicato il: 10/10/1958Categorie: Giordani scrittore

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