Le divisioni

naufragio

Quanto accaduto ieri sul Mar Mediterraneo scuote le coscienze di tanti. Vogliamo qui proporre una riflessione di Giordani accompagnandola con una vignetta di don Giovanni Berti, tratta dal sito gioba.it che esprime l’angoscia e i limiti del nostro impegno di cristiani.

Fuori dell’azione centrifuga della carità, l’uomo, an­che pio, a nulla tiene tanto quanto alla differenziazione.

Trova mille ragioni nella stessa religiosità per separarsi, e si separa interiormente, annullando, nel fatto, quella libertà di circolazione, ripristinata da Gesù, quando abbatté la parete divisoria, e fece che non ci fosse più né greco né giudeo, né servo né padrone, né maschio né femmina, ma fosse tutto e in tutti Dio.

Egli bollava il fariseismo, perché questo riduceva la religiosità a forme esterne, tra cui molta parte avevano le discriminazioni di cibi e caste e razze e vesti e persone. I farisei ponevano prima sé, poi quelli della loro scuola, poi quelli del loro partito, poi quelli della loro città, poi quelli della loro regione, poi quelli della loro nazione, poi quelli della loro razza, e così via…

 

Un monito abituale, che ci viene volto, sta nella esortazione o nel divieto a non frequentar questi o quelli… Tuttavia Gesù parlava proprio con la samaritana, con scandalo dei suoi; e voleva che si lasciassero le 99 pecore docili per ricercare proprio la centesima indocile. E Paolo, ex-fariseo, fatto cristiano, ricercò proprio quei pagani, con cui i farisei non comunicavano.

(Igino Giordani, Il fratello, Città Nuova, Roma 2011 p.78)

 

Pubblicato il: 20/04/2015Categorie: Giordani scrittore

Condividi questa storia, scegli tu dove!