Chi comanda serve

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In queste ore il Parlamento italiano è impegnato a votare per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica, prima carica dello Stato. Accompagniamo questo importante passaggio della vita politica italiana riflettendo con Giordani – che di quella vita fu protagonista, proprio all’indomani della nascita della Repubblica Italiana – sul giusto concetto di “autorità” e sulla sua imprescindibile dimensione di “servizio”.

Per la sfera politica si dipende dai sovrani della terra; per la sfera religiosa da Dio; e siccome l’autorità dei sovrani deriva da Dio (come insegnerà Gesù a Pilato), anche Cesare deve dare a Dio quel che a Dio compete; e in definitiva si dipende tutti, sovrani e sudditi, da Dio: direttamente nell’ordine religioso, spirituale; indirettamente (pel tramite di Cesare) nell’ordine temporale.

Ciò limita la potestà politica; o, in altre parole, posto che anche l’autorità debba sottostare alla legge di Dio, essa riconosce un limite al suo potere che le è segnato da altri. L’autorità viene da Dio, e si gestisce come un ministero – un servizio – a beneficio dei sottoposti, e cioè di fratelli investiti di altri ministeri. E perché è un servizio, l’autorità rientra anch’essa nella carità: chi comanda serve. Se il potere discende «dall’alto», non può salire dal basso, cioè dalle passioni e dai capricci di chi ne è investito: questi non è la fonte dell’autorità, quindi non può esercitarla arbitrariamente, ma deve esercitarla secondo la volontà di chi lo ha chiamato a quella funzione.

Chi abusa è simile a quel servo che, «preposto dal padrone ai suoi famigli per distribuir loro, a tempo, il vitto», profitta dell’assenza di costui per «picchiar i conservi e mangiare e bere coi briaconi». Funzione dell’autorità è di distribuire i mezzi della vita ai «conservi», e non di opprimerli: la sanzione divina segue al suo operare, con risultati eterni.

Per tal modo, finisce l’onnipotenza del potere politico. Nasce la libertà. La libertà come modernamente s’intende. Essa parte dallo spirito e culmina in quel rapporto primario, vitale, che è il rapporto tra uomo e Stato, tra cittadino e autorità politica. Nasce la moderna libertà politica.

(Igino Giordani, Il messaggio sociale del Cristianesimo, Città Nuova, Roma 1963, pp. 185-186).

 

 

Pubblicato il: 29/01/2015Categorie: Giordani scrittore

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