Un alloggio per il Professore

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Venerato e caro don Luigi,
grazie del ritaglio del «New York Times» con l’annunzio del mio St. Paul e grazie dell’articolo per «Il Quotidiano»…
Noi attendiamo tutti il suo ritorno, insieme alle buone IG1946suore Canossiane: e quel che Lei mi dice, mi fa sperare che esso avverrà presto…
Mi ricordi al Signore e a rivederci a presto.
Con grande affetto, anche da parte degli amici, sono sempre il Suo dev.mo
Igino Giordani.

 

Questa lettera di Igino Giordani a Luigi Sturzo del 17 aprile 1946 è stata raccolta da Silvia Samaritani Giordani in: «Un alloggio per il Professore. Don Luigi Sturzo dalle Canossiane», che ricostruisce – con un paziente lavoro di ricerca storica, tra gli archivi dell’Istituto Sturzo, del Centro Igino Giordani e delle Canossiane – il rapporto Giordani-Sturzo, proprio a partire dal ritorno in Italia dall’esilio americano del fondatore del Partito Popolare Italiano, modello e riferimento per i cattolici italiani della prima metà del novecento.
Ne riportiamo qualche breve passaggio.

In Memorie d’un cristiano ingenuo Igino Giordani racconta che Sturzo tornava dopo venti anni in Italia e gli aveva scritto perché gli “procurasse un alloggio adatto a lui” – Sturzo era anziano e malato – e che glielo trovò “presso le suore Canossiane, a via Orione, al primo piano, dove disponeva d’un giardino e cappella, camera e studio, senza dover affaticare il cuore per salirvi”. “Io mi rivolsi alle Canossiane e dissi loro: la vostra fondatrice, Maddalena di Canossa, fu amica e in un certo modo lo lanciò all’apostolato. Rosmini era un grande sacerdote, un grande filosofo e una mente politica. Don Sturzo è il Rosmini dei nostri tempi: e dove, meglio che in casa vostra potrebbe stare?” Racconta anche che il 6 settembre 1946 era corso a Napoli per incontrarlo.

Giordani conosceva da tempo le Canossiane che gli avevano chiesto di scrivere la vita di Maddalena di Canossa quando nel 1941 era stata beatificata da Pio XII. E Giordani aveva passato ore e ore nell’archivio della Casa Generalizia per consultare le lettere e i documenti. Nel libro aveva anche raccontato l’incontro di Maddalena con Rosmini: “fu, non uno scambio di cortesie, ma una compenetrazione di anime. La Canossa divenne quasi una madre spirituale”, e da filosofo contemplativo avrebbe voluto che svolgesse, “come costruttore di opere di carità, in campo maschile un’azione al servizio dei poveri analoga a quella già attuata in campo femminile”. Le suore dovevano essere grate a Giordani per essere stato “il felice biografo della loro fondatrice”, come sostiene Ferdinando D’Ambrosio in una lettera del 1973, in cui dice anche: “pochi conoscono che tu fosti il primo maestro d’inglese del Maestro in prossimità del suo esilio, e che al suo ritorno gli trovasti ospitalità presso le Canossiane”.

Della permanenza di Luigi Sturzo in via Mondovì 11, poi via don Orione 17, restano le testimonianze di chi in quegli anni gli è stato più vicino…. Madre Giulia Isola, Canossiana, – in un documento del 1955 dal titolo “Abbiamo ospitato un santo” – dice che i tredici anni della dimora di Don Luigi Sturzo sono uno dei fatti più salienti della storia della Casa Generalizia… Riferisce anche di una pagina di diario, andata perduta, in cui Sturzo racconta il suo arrivo al porto di Napoli, l’abbraccio con Giordani e con Scelba. C’erano anche altre persone, ma quello che egli nominava era Giordani…

Silvia Samaritani Giordani, Un alloggio per il Professore. Don Luigi Sturzo dalle Canossiane, Roma, dicembre 2011

Nel settembre 1959, poche settimane dopo la morte di Sturzo, Igino Giordani, il figlio Brando e la moglie Silvia si recano dalle Suore Canossiane per concordare un viaggio presso le loro Missioni in Asia, ma questa è un’altra storia

Pubblicato il: 28/11/2012Categorie: Dicono di Lui

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