La santità ci rende famiglia

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Luce di un incontro: Igino Giordani e Giulio Liverani

Don Giancarlo Moretti, legato da una intensa amicizia a don Giulio Liverani non solo per le affinità generate dall’appartenenza alla medesima Terra, la Romagna, ma soprattutto perché affratellati da uno stesso ideale, ci presenta una delle opere in ceramica eseguite da don Giulio.

Siamo nella chiesa Parrocchiale di Vallo Torinese, un paese alle falde delle colline a nord di Torino ove confluiscono le Valli di Lanzo. A cavallo degli anni ’80 e ’90 del secolo appena concluso, don Giulio Liverani ha svolto un intenso lavoro di produzione ceramica che ha impreziosito splendidamente il luogo dell’assemblea liturgica di quella Comunità.
Nell’ultima cappella campeggia una grande composizione che porta il titolo: “I Santi camminano con noi”.
Si staglia, sulla destra in basso, chiara e accattivante una figura di uomo anziano, che trascina giovani dietro a sé. Le sembianze ci rimandano decisamente ad Igino Giordani. Il primo dei due giovani sta addirittura premurosamente aggrappato al braccio di Giordani. Egli, con viso solare, le mani aperte, volitive, appoggiate una sul ginocchio, e la destra sul bastone che indica l’avanzare dell’età e nel contempo la stabilità che egli trova negli ideali in cui ha creduto. È l’uomo che ha terminato la corsa e, ricco di opere, si appresta al grande incontro… Immersi nell’azzurro ed il capo circoscritto nell’oro, sono i giovani che seguono, amorevoli e ammirati, la loro guida sicura.
Concatenate fra loro e con le altre figure circostanti, emergono le immagini di Santi come una apparizione. Esse si ceramica1liberano da ogni convenzionalità per venire collocate in un flusso di vita impetuoso: veramente l’Artista oltre la rappresentazione ci pone a contatto diretto con la persona e la realtà spirituale velata nell’icona.
Don Giulio Liverani ha voluto, con la sua arte, conferire perenne attualità ai valori e agli ideali di Igino Giordani. Ha colto nel grande maestro di spiritualità e di umanesimo il modello di una rottura con un modo di fare che conduce all’appiattimento delle persone: la stratificazione.
È un modo nuovo questo di vedere la società e la trasmissione, in essa, dei valori. In paradiso vedremo la realizzazione piena di questa fraternità sognata dai grandi. L’arte tuttavia può anticipare in visione tale realtà futura e presentarla come modello del nostro operare nella complessità dell’oggi.
L’intuizione dell’artista genera opere più grandi, proprio quando è accolta con amorosa pazienza. Le voci in musica dicono più dei concetti cui sono riferite, le loro trame di senso raggiungono il cuore e ne modulano il ritmo: l’opera d’arte trascende le determinazioni della ragione e annuncia le immagini alte dell’inconscio spirituale.
Due geni si sono incontrati e, a modo loro due artisti: un incontro che ha composto musiche di Cielo fra gli uomini.

Don Giulio Liverani, nato il 10 Agosto 1935 a Modigliana (FC), allora diocesi autonoma, ora di Faenza (RA), ha concluso la sua avventura terrena ad Aquidabà, stato del Sergipe in Brasile, ove aveva costruito ed alimentava con i frutti del suo lavoro artistico, una casa per anziani ed un convitto per bambini.
Dotato di una spiccata sensibilità e talento artistico ha trovato modo di rappresentare la sua austera interiorità nella ceramica e secondariamente nella pittura. La vicinanza a don Giulio nella malattia che ha condizionato i suoi ultimi anni, ha permesso a don Giancarlo Moretti di essere partecipe dell’ideazione ed interlocutore, qualora sorgessero problemi o si evidenziassero incertezze, nell’esecuzione delle opere.
Pubblicato il: 16/12/2016Categorie: Dicono di Lui

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