Stalle e stelle
Gesù nacque in una stalla, per dimostrarci che può nascere anche nel cuore nostro, che è un locale non dissimile. E quando nasce nel cuore nostro, come sulla grotta, si levano a cantare gli angeli, splende nella notte la luce, e piove in terra la pace.
Gesù, col suo Natale, iniziò una Rivoluzione: prese l’uomo dalle stalle e lo innalzò alle stelle. Schiavo del più forte, ne fece il fratello, l’eguale.
Non si può ridurre tutto a canzoncine e candelette. Dio non si prende in giro. Il Padre nostro in cielo reclama il pane nostro in terra.
E’ chiaro: permane l’azione di chi vuol renderci schiavi di nuovo; riprenderci la libertà. E questo con pressioni di vario genere: e non solo quelle ovvie (vizio, avarizia, errore) ma anche con quelle meno esplicite: come la falsa disciplina, che è conformismo pavido, la falsa obbedienza, che è rinunzia al pensiero e alla responsabilità, e il falso ossequio, che è adulazione codarda. Si decade dalla libertà e si decade dalla carità: e così si vive secondo la carne, e invece che servi volontari del fratello diveniamo suoi sfruttatori.
E invece questa è la legge: questa la giustizia: trattare il fratello come tratto me.
Servizio reciproco, dove giustizia e carità sono tutt’uno.
Sono Dio che vive in noi: il Verbo – la Ragione – che si incarna fra noi, e fa fiorire sulle stalle le stelle.
Igino Giordani, «La Via», 24.12.1949.