Paolo VI, il papa atteso

paolosesto e Foco

L’amore del prossimo, che esige da tutti gli uomini una più equa soluzione dei problemi sociali, l’ansia della pace e della libertà, e l’impegno per l’unità, a cominciare da quella tra i cristiani delle diverse denominazioni, sono solo alcuni dei tratti della figura di questo ‘papa atteso’,  che Giordani mette in luce ripercorrendone la vita a servizio della Chiesa nei diversi compiti. L’amicizia, la stima, l’affetto profondo di Giordani per Montini risalgono agli anni della giovinezza quando con molti giovani studenti o neolaureati, come lui stesso racconta, “conoscemmo il sacerdote Montini, funzionario della Segreteria di Stato, da quel­le sue lezioni le quali ci fecero l’effetto d’una rivelazione. La ri­velazione d’un amore nuovo alla Chiesa e d’una decisione fermis­sima e intelligentissima di ravvivarne l’azione redentrice nella società moderna.”

Con questo articolo di Giordani, pubblicato sulla rivista Città Nuova pochi giorni dopo l’elezione di Giovanbattista Montini al soglio pontificio, ci uniamo alla gioia di tutta la Chiesa cattolica (e non solo) alla vigilia della beatificazione di questo grande Papa.

Quando, nel comunicare «la grande gioia» dell’elezione dei car­dinal Gian Battista Montini a papa è stato annunziato che egli assumeva il nome di Paolo, si è aperta come una illuminazione sulla figura e sul programma del nuovo pontefice. Per quanti di noi lo hanno ascoltato e seguito sin dalla prima giovinezza, Montini entrò nell’orbita delle attese anche come studioso di san Paolo: interprete vivo, nuovo, dell’antico Apo­stolo, il quale, con più decise incisioni, aveva caratterizzato na­tura e scopi della Chiesa. Davvero in lui si associa – si associò sin dalla gioventù – la fortezza nella fede di Pietro, la fortezza nell’amore di Paolo e la vittoria dell’amore sul timore di Gio­vanni…

Non pochi laureati e giovani cattolici, conoscemmo allora il sacerdote Montini, funzionario della Segreteria di Stato, da quel­le sue lezioni le quali ci fecero l’effetto d’una rivelazione. La ri­velazione d’un amore nuovo alla Chiesa e d’una decisione fermis­sima e intelligentissima di ravvivarne l’azione redentrice nella società moderna. La Chiesa allora era in Italia sotto la pressione politica più grave; e, ascoltando l’acuto espositore, non pochi uditori pensavamo a un nuovo Ildebrando, per un nouveau moyen age: che un nuovo medio evo s’addensava sui popoli. In quel buio degli spiriti lo ricordiamo, mentre, fermo e pru­dente, nei mesi dell’occupazione di Roma, preparava gli spiriti, e approntava i mezzi, per fronteggiare la situazione, che sarebbe sorta nella irruenza di passioni e pressioni d’agni specie al ter­mine del conflitto. Al solito egli c’insegnava la dedizione al ser­vizio della Chiesa e del popolo, – il popolo che in quelle ore di sangue appariva la Chiesa crocifissa.

Perciò si capisce il motivo sostanziale di questa effusione di gioia del popolo, per cui i giornali hanno scritto che egli è il papa atteso. Davvero vox populi vox Dei.

Se un primo carattere si dovesse ricercare, nel pontificato ora felicemente iniziatosi, esso potrebbe definirsi giovinezza. Chi ha conversato con Sua Santità, anche per breve tempo, ha proba­bilmente avvertito la presenza di un amore profondo, della Chie­sa, fatto tutt’uno con la consapevolezza della sua gioventù divi­na: e probabilmente a fronte dei rinnegamenti e degli oscura­menti lo ha visto come un missionario di luce e di salute.

Pochi, come Sua Santità Paolo VI, hanno indagato i più gravi problemi del nostro tempo; e pochi, come lui, sono in grado di applicare ai mali nuovi il rimedio nuovissimo della verità eter­na: della carità, che è la presenza di Dio fra noi, « il banco di prova » ogni attimo; della razionalità, che è il lume con cui l’uomo capisce la legge di Dio; e quindi della verità e della li­bertà.

Con la giovinezza, la grandezza della Chiesa. Personalmente Montini appare un timido, ed é umile. Ma spiritualmente egli partecipa quel sentimento che si riscontra in tanti Padri della Chiesa e santi, d’ogni epoca, secondo cui la fede porta a cose grandi: induce a coltivare la gloria di Dio.

(…) Altro carattere è il sensus Ecclesiae: la coscienza della Chie­sa. Negli scritti e nei discorsi di Montini si è sempre avvertita la straordinaria suggestione del mistero della Chiesa, per cui ha fatto meglio capire che viviamo nell’ora dei Corpo mistico, secondo un pensiero di Pio XII. « Mentre in passato – ebbe a dire l’arcivescovo di Milano ancora lo scorso anno, – l’idea del­la Chiesa era più vissuta che pensata, ora forse è più pensata che vissuta; ma vissuta ancora sarà, se profondamente pensata. La Chiesa tornerà ad essere per sè, ed anche per il mondo, ciò che è e deve essere mediante un atto profondo e prolungato di co­scienza ».

Sviluppo della sociologia delle encicliche, « per il consolida­mento – come ha detto nel primo messaggio – della giustizia nella vita civile, sociale e internazionale, nella verità, e nella li­bertà e nel rispetto dei reciproci doveri e diritti ».

E qui ha aggiunto una dichiarazione di principio che attinge l’essenza della religione: «L’ordine inequivocabile dell’amore del prossimo, banco di prova dell’amore di Dio, esige da tutti gli uomini una più equa soluzione dei problemi sociali ». E, da padre che ama tutti, ha ricordato avanti a tuttì i paesi sottosvi­luppati, « in cui il livello di vita non è spesso degno di persone umane ».

E l’ansia della pace e della libertà; e l’impegno per l’unità, a cominciare dall’unità tra i fratelli che si denominano da Cristo. L’unum sint, l’auspicio più caro a Giovanni XXIII, come pri­mamente a Gesù, è l’auspicio e il programma anche di Paolo VI, che perciò apre le braccia a tutti i cristiani.

« Avanti con Dio! » Il motto assunto nello stemma episcopale sintetizza lo slancio di questo lavoratore indefesso, che non sì è mai sentito estraneo a nessuna delle pene e fatiche della Chiesa e dell’umanità, e le affronta in nomine Domini.

(…) Sotto la protezione della Madre, il nuovo papa ne siamo certi lavo­rerà senza risparmiarsi da intrepido vicario di Cristo.

Igino Giordani, Paolo VI il papa atteso, in «Città Nuova» n. 13 del 10.7.1963, pp.2-4            .

 

Pubblicato il: 17/10/2014Categorie: Giordani scrittore

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