Il mistero della famiglia
Sta per iniziare (il 5 ottobre prossimo) il Sinodo della Famiglia e si percepisce ovunque attesa e speranza. “Il Sinodo non intende cambiare la dottrina, che è affidata alla Chiesa dal Signore, ma vuole discernere le vie per meglio applicarla con la comprensione e la pazienza che la carità suggerisce. Il Santo Padre – che crede profondamente nel valore della collegialità episcopale – chiede ai vescovi di tutto il mondo di aiutarlo nel discernimento attento di queste vie attraverso il Sinodo, voce di tutta
A leggere le cronache di certi giornali uno potrebbe credere che la famiglia sia l’ambiente in cui marito e moglie litigano, e i figli si fanno causa per spartire l’eredità, e i vecchi si spengono nella solitudine. Secondo quelle cronache, le nozze non sono più che un pretesto per fare un po’ di baldoria; dopo di che diventano un motivo per convivere, moglie e marito, per anni, senza capirsi e senza sopportarsi. Certa letteratura spicciativa cosparge di scherno la vita coniugale e fa del matrimonio un oggetto di derisione.
E invece la famiglia è una società sacra, un rapporto sacerdotale, una missione divina. Il suo valore è da gente dell’uno e dell’altro sesso sciupato talora perché se ne ignora la bellezza. Nessuno mostra a tanti giovani innamorati la nobiltà, e insieme la responsabilità, di quel sodalizio, che la Chiesa salda col sacramento, facendone una fonte di trasmissione del divino nel convivere umano. Troppi non sanno che cos’è l’amore, contemplato spesso solo in funzione erotica; e ignorano poesia e santità di esso.
Questo succede quando si contempla la famiglia con gli occhi annebbiati dal materialismo.
Quando invece essa è contemplata con gli occhi della fede, il suo mistero appare congiunto con tutto il mistero della creazione, dove Dio è Padre e gli uomini sono suoi figli. Per designare questo, che è il rapporto più grande, non si è trovata un’immagine più precisa e pura che quella di famiglia. E l’unica preghiera insegnata dal Redentore – il Figlio di Dio e dell’uomo – s’inizia arcanamente con le parole: «Padre nostro…» – dove Dio appare il padre d’una infinita famiglia. La Chiesa del pari sta come madre. «Non può aver Dio per Padre, chi non ha la Chiesa per madre», dicevano gli antichi cristiani. Maria è madre di Gesù e della Chiesa. E i Padri della Chiesa sono detti i primi grandi scrittori di teologia.
L’azione di amore delle vergini, nella famiglia umana, si chiama maternità spirituale; l’azione di sapienza dei sacerdoti è definita paternità spirituale; e il titolo riconoscente che i cristiani danno a religiosi e a sacerdoti, a monache e a suore, è «padre» e «madre». La gioia più cara dei fedeli verso gli uni e le altre è di essere considerati spiritualmente «figli» e «figlie».
Il rapporto religioso così è visto come rapporto di famiglia: difatti è mosso dall’amore. Gesù, parlando in parabole, paragona il regno di Dio alle nozze del figlio d’un re (Mt 22, 1-b): le nozze sono il rito con cui si accede alla famiglia. Giovanni chiama Gesù «lo sposo» (Gv 3, 29), Paolo scrive: «Vi ho fidanzati a un solo uomo» (2 Cor 11, 2). Da queste e altre immagini si vede come il mistero della famiglia si unisca al mistero di Dio stesso.
La convivenza cristiana ha la figura d’una famiglia, ed è quasi l’ampliamento della famiglia di Nazaret. Per san Giuseppe, la liturgia cita un brano del salmo 91: «Chi è piantato nella casa di Dio, fiorirà nel tempio del Dio nostro». E cioè, dalla casa, nel cui mezzo è Dio, come a Nazaret, la persona si espande, fiorisce nella comunità religiosa e sociale.
Da Igino Giordani, Famiglia comunità d’amore, Città Nuova, edizione rinnovata 1987, pp. 11-13