Colloquio confidenziale con lo scrittore Igino Giordani
Ripubblichiamo una interessante intervista fatta a Igino Giordani negli anni cinquanta, apparsa sul giornale
Dalla cazzuola alla penna – Cinquanta volumi più noti in Cina che in Italia – Un arguto giudizio sulle «preferenze» elettorali – Un rimedio per i «teddy boys» – Il nostro tempo è pieno di diavoli ma anche di santi
Igino Giordani, i cui 49 volumi di apologetica e di scienze religiose sono divulgati un po’ in tutte le lingue, fino a 13 anni non maneggiò la penna, ma la cazzuola del muratore, insieme al padre, che era un operaio edile. A quell’età entrò in Seminario, dove percorse il curriculo degli studi fino alla prima liceo. Partecipò come ufficiale alla prima guerra mondiale e si guadagnò una medaglia d’argento e una frattura al femore e alla mano destra, che gli costò tre anni di ospedale e non è completamente guarita. Capo dell’Ufficio Stampa del P.P.I., scrittore insieme con De Gasperi alla Biblioteca Vaticana, deputato in varie legislature, copre ora il ruolo di Bibliotecario di Montecitorio, dirige «Città Nuova» un periodico religioso edito a Roma in via Libia. Ha 65 anni, è padre di quattro figli e nonno di due nipotini. Alcune sue opere hanno avuto una enorme risonanza come «Segno di contraddizione», che è alla quinta edizione, «Il messaggio sociale di Gesù» 6 edizioni, a «Le Encicliche sociali dei Papi» che è diventato un testo classico della sociologia cristiana.
– Lei è tra i più noti scrittori cattolici d’oggi. Ci può dire quanti volumi ha scritto nella sua carriera di scrittore ormai lunga di 40 anni? E quanti hanno riscosso più largo successo?
Non ho avuto mai il tempo di contare i volumi scritti: penso che siano, più o meno, una cinquantina. Il maggior successo lo hanno avuto: «Segno di contraddizione », «La città murata», «Il messaggio sociale di Gesù », « Pio XI negli Stati Uniti», «La divina avventura».
– Qual’ è stato il suo primo libro apparso nelle librerie italiane?
Il primo libro, proprio… libro, è stato «Rivolta cattolica», edito da Piero Gobetti.
– Ci può anticipare quali nuovi lavori ha in cantiere?
Sta per uscire una vita di S. Vincenzo de’ Paoli, per il centenario della sua morte; ed è in preparazione una biografia di Pio XII.
– Quali sono le difficoltà e le gioie più grandi, che ha incontrate nella sua vita di scrittore cattolico?
La difficoltà più grande, per uno scrittore italiano, specie se cattolico, si ritrova in quel complesso d’inferiorità per cui a priori è stimato e ricercato, più un libro uscito all’estero, di autore straniero, che un libro, anche se di pari e maggior valore, uscito in Italia. Perciò, parecchi anni fa, a un congresso di scrittori, lanciai l’idea di presentare al pubblico i nostri libri come…. tradotti da lingue straniere, con nomi esotici. Rimasi di stucco, quando, vent’anni fa un ambasciatore di Cina mi disse che i1 mio nome era più noto, in Cina che in Italia.
– Oltre che scrittore è stato ed è tuttora fondatore e direttore di numerosi giornali e riviste cattoliche. Quali sono state le più importanti?
Diressi il Popolo Nuovo del Partito Popolare, collaborai con Donati al Popolo, all’inizio del fascismo, quando fondai Parte guelfa (rivista sociale cristiana, antifascista). Poi diressi Fides, e ancora la dirigo. Fondai il Quotidiano di Roma, diressi il Popolo della D.C., lanciai e diressi il settimanale La via.
– Per quali ragioni si è ritirato dalla vita politica attiva?
Non mi sono ritirato dalla politica: sono stati gli elettori a non eleggermi. Circa i motivi si pensi a certi fenomeni, in certi luoghi, generati dal gioco delle preferenze, al quale Sturzo diede il nome di fratricidio. Più umilmente a me apparve cannibalismo…
– Quali indirizzi pratici suggerisce per risolvere i grandi problemi del momento, dalla pace del mondo alla serenità delle famiglie, dall’educazione dei figli al ricupero della gioventù bruciata e dei teddy boys?
Circa i vari problemi sociali e pedagogici accennati ritengo che la soluzione stia in un cristianesimo consapevole, liberato da incrostazioni umane. Sono del parere del ministro inglese Stafford Cripps, il quale diceva che una democrazia si regge solo se guidata da una vita di preghiera. E così la famiglia. I teddy boys cercano nel crimine e nel chiasso una evasione dalla vita di mediocrità costruita dal materialismo vuoi ideologico (marxista) vuoi tecnologico (capitalista), da cui è stata messa a1 centro – vertice – della vita dell’uomo l’economia, il Mammona. I ragazzi hanno bisogno di eroismo: e perciò accettano quelle forme di vita religiosa che chiedono una donazione totale. Quanto sbagliano quelli che propongono una fede dimezzata, adattata, annacquata…
– Come studioso di sociologia e di scienze storiche e teologiche, crede che il nostro secolo presenti una diagnosi completamente negativa rispetto al passato?
No, il nostro secolo ò pieno di diavoli a piede libero come nessun tempo, ma – è anche pieno di santi, come nessun tempo. Il Papato non è mai stato così prestigioso. Il mondo non è stato mai saturo di idee cristiane – libertà, uguaglianza, giustizia sociale, solidarietà, pace – come oggi. Si tratta di impedire che questa ricchezza di idee-forze cristiane sia ghermita dal comunismo. Contro di questo non c’è che la comunione cristiana, proiezione del corpo mistico nell’organismo sociale.
(servizio di FRANCO MOLINARI )