La rivoluzione del per – dono
Abbiamo rivolto qualche domanda a Filippo Pierazzo, uno degli organizzatori dell’interessante manifestazione svoltasi a Stra (VE) lo scorso 7 novembre e di cui abbiamo parlato su questo sito qualche giorno fa. Come già abbiamo detto il principio ispiratore del progetto è il recupero della memoria storica, con lo scopo di promuovere tra le nuove generazioni una cultura di pace.
Come è nato l’evento e da chi è stato promosso?
Filippo: Lo scorso anno, in occasione della ricorrenza dei caduti e del centenario dell’inizio della Prima Guerra Mondiale, ho notato, in un dibattito via mail, una certa insofferenza nell’organizzare le celebrazioni da parte delle persone vicine alla lista civica che amministra il Comune di Stra – Città Metropolitana di Venezia, dove vivo.
Si lamentava il numero sempre più ridotto dei partecipanti a queste ricorrenze, per motivi anagrafici, i discorsi ormai consunti, il linguaggio che a volte urta la sensibilità di chi si sente pacifista. Ho proposto perciò di affiancare alla ricorrenza la presentazione di una figura come Igino Giordani, medaglia d’argento al valore militare, padre costituente, parlamentare e firmatario della prima proposta di legge per l’obiezione di coscienza.
Mi sembrava una figura che potesse radunare attorno a sé varie sensibilità, collegando la memoria della guerra e la sua sofferenza all’anelito alla pace.
Il Sindaco l’ha trovata una cosa interessante e mi ha invitato ad andare avanti, proponendomi di invitare qualcuno a parlarne l’anno successivo.
Parlando con altri delle mie zone, che condividono i miei stessi ideali, è venuta l’idea di prendere contatti con il Centro Igino Giordani, e di cercare di coinvolgere le locali scuole medie.
L’evento è stato perciò promosso dall’Amministrazione Comunale di Stra con l’apporto di alcuni cittadini.
Perché a Stra? C’è un collegamento con la storica Villa Pisani?
Filippo: A questa domanda non c’è una vera e propria risposta, si è trattato di una opportunità suggerita dall’umore del momento.
Non c’è un collegamento specifico con Villa Pisani, anche se si tratta di un monumento storico che ha visto il passaggio di un gran numero di personalità tra la metà del Settecento in poi: Napoleone, che ne è stato proprietario, principi e imperatori austriaci, Gabriele D’Annunzio, che vi ha ambientato un episodio di un suo romanzo, Hitler e Mussolini che vi hanno firmato un trattato nel 1934 e così via. Villa Giusti, dove è stata firmato l’Armistizio che ha decretato la fine della prima guerra mondiale si trova nel Padovano a circa 25 Km.
Come l’hanno vissuto i ragazzi delle scuole? In quanti hanno partecipato?
Filippo: I ragazzi, provenienti dalla Scuola Secondaria di 1° “G. Baldan” dell’Istituto Comprensivo Alvise Pisani, quattro classi terze e tre seconde, erano oltre 150. Erano tutti reduci da qualche mese quali interpreti di uno spettacolo teatrale, adattamento del romanzo “L’Angelo del Grappa” di Davide Pegoraro e Loris Giuratti, che riguardava il tema della Prima Guerra Mondiale e della pace. All’evento è stata fatta anche la proiezione di una sintesi dello spettacolo. Perciò erano preparati all’argomento e lo hanno recepito subito. Ciò che li ha maggiormente toccati, però, sono state le esperienze dirette di situazioni di conflitto. Su stimolo del Centro Igino Giordani, infatti abbiamo invitato a parlare alcuni testimoni.
Ha parlato perciò il dott. Pierre Kabeza, che è stato insegnante di biologia nella Repubblica Democratica del Congo e sindacalista a livello nazionale, impegnato per i diritti all’educazione dei ragazzi. Entrato in contrasto con il governo di quel Paese ha rischiato di perdere la vita, la sua famiglia è stata dispersa, la casa distrutta, ed ha dovuto fuggire. In Italia ha conseguito un Master in Studi politici a Sophia. In dieci minuti ha coinvolto i ragazzi raccontando loro di una guerra nascosta, il più grande conflitto dopo la Seconda Guerra Mondiale per numero di morti (siamo arrivati a 8 milioni, forse di più) e di come la guerra sia legata alla miniere di coltan, minerale in gran parte concentrato in Congo e necessario per la produzione di cellulari e videogiochi. Pierre Kabeza ci teneva a comunicare che la più grande crisi che stiamo vivendo non è la guerra, che è solo una conseguenza, ma la paura dell’altro e la mancanza di reciprocità, il non riconoscersi fratelli. In questo ha citato come fonti Igino Giordani e Chiara Lubich.
Ha poi parlato Daphrose Nduwuayezu, originaria del Burundi, che ha raccontato la sua storia di quando era alle scuole medie durante la guerra civile, della situazione di conflitto e di paura all’interno del college, di come sia riuscita in quel contesto a testimoniare i valori della pace, della giustizia e della fratellanza, anche mettendo a rischio la sua persona e pagando il prezzo della calunnia.
Infine ho presentato Antonella Stella, psichiatra e sindaco per due mandati del Comune di Gallio sull’Altipiano di Asiago, che alcuni anni fa è sopravvissuta ad un attentato con un pacco bomba, probabilmente a causa della sua attività di amministratrice. I danni che Antonella Stella ha subito le sono costati numerosi interventi alle mani, ma sono stati soprattutto psicologici. Non riusciva a capacitarsi che qualcuno avesse voluto ucciderla, e sentiva la necessità che il responsabile le chiedesse perdono. Dopo molto tempo, in cui non riusciva a lavorare e vivere normalmente, è scoppiata dentro di lei la seconda “bomba”, perché ha capito che doveva perdonare per prima, perché il perdono è per l’appunto per-dono. Da quel momento è guarita completamente. Antonella Stella sollecitava i ragazzi a rifarsi a persone con grandi ideali, ma che fossero soprattutto dei testimoni, come ad esempio Igino Giordani e Chiara Lubich.
Avete raccolto commenti o impressioni a caldo, in particolare sulla figura di Giordani?
Filippo: Non abbiamo impressioni a caldo dei ragazzi, vedremo attraverso gli insegnanti, però da qualche genitore ho avuti echi molto positivi. Non dimentichiamo che all’evento erano presenti anche gli insegnanti, rappresentanti dell’Associazioni combattenti e reduci, Croce Rossa e Carabinieri, oltre a vari rappresentanti dell’Amministrazione. Vedo che tutti sono rimasti favorevolmente colpiti, che alla fine erano tutti contenti, chi di avere ascoltato, chi di avere potuto donare la propria testimonianza di sofferenza, spesso tenuta tanto tempo nascosta.