Poetastro
Il “poetastro della comitiva”, così Giordani si definiva ironicamente quando scriveva qualche testo poetico come quello che pubblichiamo qui, del maggio 1964.
A Chiara, nostra poesia.
Foco, 29 maggio 1964
Oggi, in un’orgia di menzogne e oltraggi,
uomini e donne tengon prigionieri,
bimbi ed anziani prendon come ostaggi,
e sprangan dentro grotte ed antri neri.
Bendati, torturati, derubati
li gittan quindi come cenci usati.
Del vizio essa è la furia, e del denaro,
del potere è la febbre e del ricatto,
dove è pestato l’innocente, ignaro,
dove si frange del Signore il patto.
E’ un culto nuovo al nome della Morte
Dove le cose sante son distorte.
Ci chiede Dio la vita come amore,
come bellezza, libertà, lavoro.
Ma qua si uccide, qua si spara e muore
Per ricavar dal sangue ebbrezza ed oro.
Questo è dell’Ade il trionfo con la morte.
Ma è fuoco fatuo, perché Dio è più forte.
La Redenzione è libertà dal male,
ed il redento solo il bene vuole:
per lui la vita sol se pura vale,
per lui l’amore è come in terra il sole.
L’uomo è la strada che ci porta in cielo
fiorita dell’amor, di gioia stelo.