“Perfetto nell’amore”
Non si può dire qui chi è stato Igino Giordani per il Movimento dei focolari. Basti pensare che egli è un confondatore del Movimento stesso.
Ora essere fondatori o anche confondatori di un’Opera che la Chiesa riconosce sua, comporta un’azione così molteplice e complessa della grazia di Dio, impulsi così vari e validi dello Spirito Santo, comportamenti, da parte del soggetto, così decisivi per l’Opera ed il più delle volte imprevisti perché suggeriti dall’Alto, richiesta di sofferenze spesso penetranti e prolungate nel tempo, elargizioni di grazie di luce e di amore, non ordinarie, che è meglio affidare alla storia della Chiesa e dei Movimenti spirituali che l’abbelliscono di secolo in secolo, la rivelazione di questa figura.
Si può dire qualcosa, anche se non è facile, di Igino Giordani focolarino. Nello statuto dei focolarini, che convalida ed esprime da parte della Chiesa la volontà di Dio su di loro, sta scritto che lo scopo principale per il quale essi donano la propria vita al Signore, attraverso questa particolare strada, è la «perfezione della carità».
Il focolarino fa ogni cosa, prega, lavora, soffre, per arrivare a questo traguardo: essere perfetto nell’amore. E il raggiungimento dello stesso scopo specifico a cui è chiamato il Movimento: cooperare al rinnovamento del mondo cattolico attraverso la spiritualità dell’unità, all’unificazione dei cristiani, alla conversione di chi è lontano da Dio, viene dopo.
Ebbene ci sembra proprio di dover affermare che Giordani ha raggiunto questa mèta. Per quanto noi possiamo giudicare, egli è stato perfetto nell’amore. E lo è stato in maniera così squisita da far pensare a chi lo ha avvicinato, d’averne un dono particolare.
Chiara Lubich (da: Igino Giordani focolarino, in «Città Nuova» n.9, del 10 maggio 1980, p.22)