Incontro
La signorina parlò. Un fuoco dentro prese a vampare. Quando, dopo mezz’ora, ella ebbe finito di parlare, io ero preso in un’atmosfera incantata e avrei desiderato che quella voce continuasse. Era la voce che, senza rendermene conto, avevo atteso.
In Chiara avevo trovato non una che parlava di Dio, ma una che parlava con Dio: figlia che, nell’amore, colloquiava col Padre.
Lo Spirito Santo s’era animato e di colpo era divenuto anima dell’anima mia: calore del mio amore:
nesso connettivo tra me e Dio. Così, avendo trovato l’Amore, mi trovai, quasi di colpo, nel circuito della Trinità. Era entrato il fuoco, l’incendio divampava.
Di fuoco ne avevo posseduto anche prima, ma era un fuoco umano. Ora invece, trovavo luce e calore, dove i rapporti umani, gli stessi rapporti familiari, assumevano un valore nuovo: apprendevo ad avvicinare le anime più con l’amore che con l’intelligenza.
Era la vita dello Spirito, che si svolgeva nel circuito unico determinato dalla convivenza di Dio, dei fratelli e di me.
Era trovata la chiave del mistero: e cioè si era dato passo all’amore, troppo spesso barricato: ed esso prorompeva, e, a mo’ di fiamma, dilatandosi, cresceva, sino a farsi incendio.
(da Memorie d’un cristiano ingenuo)