La sua eredità

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Il nostro Igino ci lascia una eredità preziosa.

Ha scritto di lui don Lorenzo Bedeschi, un sacerdote, acuto ricercatore storico: “è uno scrittore contemporaneo al futuro”.

Egli è ancora mio maestro. Con la grazia di dover seguire la sua causa di beatificazione, trovo continui insegnamenti dal suo essere un innamorato di Dio, un innamorato dell’uomo. Particolarissimo alimento spirituale mi è sempre più il suo Diario di fuoco.

Ma non solo per me egli continua a dare sostanza di pensiero e di vita. (Lo fa con tutti quelli che si accostano a qualunque sua pagina).

Alla società civile Giordani lascia in eredità il suo messaggio e la testimonianza di fondo

di politico casto, che condusse battaglie coraggiose per la libertà e per la pace, che – disse – deve essere preparata: se vuoi la pace prepara la pace e  propugnò  la giustizia sociale e la politica come amore;

di pensatore e scrittore casto, che propose e visse la cultura non per glorie personali, ma quale servizio appassionato per i bisogni dell’uomo e per la elevazione degli umili;

di umanista che annunziava – con la penna e con la vita – un umanesimo fiorente da una antropologia di fraternità universale, dettata dalla ragione naturale e consolidata da motivazioni religiose (tutti figli dell’unico Padre, tutti consanguinei in quanto redenti dall’unico Sangue di Cristo).

Alla Chiesa, che servì con tutte le sue forze, egli lascia una eredità cospicua: certo i suoi scritti, ma soprattutto la vita vissuta, la testimonianza di fede e di fedeltà, l’azione per la crescita dei laici nella pienezza ecclesiale e sociale, il contributo dato nella fondazione e vita di un nuovo movimento  nel Corpo mistico, con una schiera di coniugati di tutto il mondo, che in lui trovano un nuovo modo d’essere nella comunione del popolo di Dio.

La sua eredità si estende anche al di là dei confini visibili della Chiesa cattolica, se è avvenuto che a scrivere la sua prima biografia sia stato un inglese, pastore della chiesa battista.

E questo è un altro fra i segni della realtà che lo Spirito gli affidò di essere: certo, innanzi tutto, testimone del Vangelo; ma anche, in qualche misura maestro e padre nella cristianità. Forse, ancora più: un profeta, che annunziava ed apriva tempi davvero nuovi.

Pubblicato il: 15/02/2010Categorie: Dicono di Lui

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