Presentata a Pisa La Società Cristiana di Igino Giordani
Lo scorso 17 marzo, nell’ambito dei festeggiamenti per i 150 anni dell’Unità d’Italia, è stato presentato a Pisa il volume La Società Cristiana di Igino Giordani, recentemente ripubblicato da Città Nuova editrice.
Presso l’Aula Magna del Polo Carmignani dell’Università di Pisa, davanti ad un folto pubblico, sono intervenuti:
monsignor Giovanni Paolo Benotto, Arcivescovo di Pisa,
Alberto Lo Presti, Presidente del Centro Igino Giordani,
Michele Zanzucchi, Direttore della rivista Città Nuova.
Riportiamo qui di seguito alcuni passaggi dalla relazione dell’Arcivescovo Benotto, che ha curato l’introduzione alla nuova edizione del volume.
«Le strade che ognuno di noi è chiamato a percorrere nella vita sono davvero imprevedibili; come sono imprevedibili gli incontri che su queste strade andiamo facendo giorno per giorno. Così è stato per me nei confronti della splendida figura di Igino Giordani. Fino al 2003 era soltanto il nome di uno scrittore cattolico, prestato alla politica per alcuni anni, e approdato all’esperienza del Movimento dei Focolari dopo il suo incontro con Chiara Lubich. Scrittore prolifico, polemista appassionato a servizio del Vangelo, figlio fedele della Chiesa, uomo davvero libero e capace di ragionare in tempi nei quali ci si muoveva guidati da slogan usati acriticamente: un personaggio importante, ma in qualche modo, per me, appartenente al passato.
Nel 2003 la Provvidenza mi ha poi condotto come vescovo a Tivoli, città di nascita di Giordani, e proprio a Tivoli ho cominciato a conoscerlo più da vicino, a leggere alcuni suoi libri, compreso un romanzo storico ormai introvabile che, ambientato nelle viuzze medievali della città e nei boschi delle sue montagne, in luoghi nei quali anch’io mi trovavo a vivere, mi ha permesso di comprendere il valore e la consistenza delle radici di una città e di una cultura che continuano ad esprimersi con grande forza e con intensa fruttificazione soprattutto in alcune manifestazioni di fede cristiana che caratterizzano il mondo tiburtino anche nei nostri giorni. A Tivoli ho imparato a conoscere Giordani anche dal punto di vista della santità; infatti proprio il vescovo mio predecessore, aveva avviato l’iter, ancora in corso, del processo di beatificazione e canonizzazione di Igino – “Foco” per gli appartenenti al Movimento dei Focolari – che sanzionava una consapevolezza assai forte in chi lo aveva conosciuto da vicino ed aveva avuto familiarità con lui, quella cioè di aver avuto a che fare con un “santo”: un uomo tutto di Dio, nel momento stesso che era anche tutto dedito al servizio dell’uomo nella vita di ogni giorno, in famiglia, nel lavoro, nella vita sociale e politica, oltre che nella Chiesa e in particolare nel Movimento dei Focolari che lo riconosce come suo Confondatore insieme a Chiara Lubich.
[…] Come verrà detto da altri in maniera più compiuta, il libro di Giordani è formato dalla raccolta di una serie di articoli che affrontano tematiche di carattere sociale che vanno a comporre un quadro organico, offrendo una panoramica coerente di un modello di società che mette al centro della sua vita 1’uomo e la sua dignità, la famiglia, la condizione della donna, il lavoro visto attraverso la riflessione della dottrina sociale della Chiesa, la cultura, l’educazione e l’istruzione insieme ad un ampio ventaglio di temi collegati che a livello ecclesiale troveranno la loro elaborazione tutta speciale nella Costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo del Concilio Vaticano II. Il tutto sotto la luce del Vangelo; un vangelo non avulso dalla vita concreta degli uomini, ma profondamente radicato nella città degli uomini perché “il magistero dell’Evangelo si esercita all’origine delle azioni umane, muta e guida gli spiriti per i loro rapporti con Dio e i fratelli; e così purifica la fonte delle stesse operazioni sociali elevando i cuori all’amore di Dio” […] Termino con le stesse parole con le quali ho concluso la mia introduzione al libro di Giordani: “L’augurio è che la ripubblicazione di La società cristiana del servo di Dio Igino Giordani ne permetta una più approfondita conoscenza e soprattutto possa contribuire a far rinascere quella passione per il bene comune che non potrà mai essere davvero piena e completa se non nascendo da una ancora più, forte passione per Cristo e il suo Vangelo”.