Lettera dall’Argentina
Il 31 agosto 2004 D. e K. ci hanno scritto dall’Argentina la loro testimonianza:
Siamo D. e K., due gen argentini sposati da due anni. Tempo fa abbiamo chiesto a Dio la grazia di avere un figlio e appena abbiamo saputo che era in cammino glielo abbiamo offerto con la certezza che fosse Suo.
Il 28 giugno è nato J. ma prematuramente, dopo 6 mesi e mezzo di gravidanza. Sin dalla sua nascita è stato ricoverato ed ha subìto un intervento chirurgico al cuore con gravi complicazioni ai polmoni. Abbiamo incominciato a chiedere a Foco – con la preghiera del suo processo di beatificazione – il miracolo della piena guarigione di J.
La sua salute peggiorava giorno dopo giorno. Il 27 luglio i medici ci hanno chiamato per dirci che J. non aveva nessuna possibilità di vita. Ci hanno fatto entrare nella sala di terapia per averlo in braccio fino alla sua – imminente – partenza. In quel momento di dolore straziante, abbiamo sperimentato la grazia della fede e di non dubitare neanche un momento dell’amore di Dio per J. e per noi. Ci siamo abbandonati completamente alla Sua volontà, certi che se Dio lo voleva, era il momento del miracolo tanto implorato a Foco.
Abbiamo chiesto la presenza di un sacerdote. Questi dopo l’unzione degli infermi, ha messo Gesù Eucarestia sul piccolo petto di J. che da quel momento ha cominciato a cambiare colore e a mostrare segni di ripresa. Alcuni giorni dopo i medici ci hanno assicurato che l’unica spiegazione era quella del miracolo, dato che scientificamente J. non aveva nessuna possibilità di vita.
Abbiamo provato l’immenso amore di Dio per noi, che ci donava in maniera centuplicata colui che noi gli avevamo offerto. […] Ci siamo accorti che siamo strumenti di Dio nell’ospedale, verso gli altri genitori, medici, infermieri, personale di pulizia, ecc. e vediamo quanto è cambiato il clima.
J. continua la sua ripresa, i polmoni migliorano lentamente, aumenta di peso. Continuiamo a pregare con la speranza di poterlo portare presto a casa.
Il 29 settembre 2004, dopo tre mesi di ricovero, il piccolo J. è stato riportato a casa dai suoi genitori.