DISUMANESIMO
I edizione, Morcelliana, Brescia, 1949, pp.151;
II edizione, Città Nuova, Roma, 2007, pp.160.
Presentazione
di Alberto Lo Presti
Introduzione
di Rocco Pezzimenti
Descrizione
Con Disumanesimo, nel 1949, Giordani ebbe modo di riprendere uno dei filoni più significativi della sua vasta produzione, quello degli scritti a carattere morale e politico, con il quale – negli anni precedenti – si era fatto conoscere al grande pubblico. La storia di quel periodo aveva consumato pagine importanti, tanto per il nostro Paese quanto per le sue vicende personali: l’orrore della Seconda Guerra mondiale, l’emarginazione e il silenzio che furono imposti a Giordani dal regime fascista, la cristallizzazione della Guerra Fredda e l’elezione di Giordani all’Assemblea costituente, e soprattutto l’incontro, fondamentale e foriero di frutti straordinari, con Chiara Lubich.
In Disumanesimo si parte dall’uomo. Non un uomo qualsiasi, ma la persona humana imago dei. In Giordani l’uomo storico e l’ordine civile sono ricondotti al loro orizzonte naturale: Dio e il suo piano di salvezza sull’umanità. In tal senso, evoca i fatti storici, le circostanze politiche, le condizioni civili ed istituzionali, i progressi culturali e le conquiste scientifiche e filosofiche, trattando tutto questo per quello che rappresentano: espressioni occasionali e storiche della incessante lotta fra quelli che l’autore chiama «Sommo bene» e «Male assoluto». Non c’è dubbio, infatti, che la Seconda Guerra mondiale e il dopoguerra abbiano rivelato l’epifania del male, l’orrore assoluto, manifestato in Auschwitz e nei campi di sterminio, in Hiroshima, nei lager e nei gulag. Ma il male non è mai banale (Arendt), tanto meno radicalmente necessario: il male è reale, vero, storico. Esso è la manifestazione della pretesa superiorità della ragione umana sulla sua condizione morale. Rispetto a tale infausta pretesa, il ritorno all’autenticità del rapporto con Dio attraverso i fratelli può contribuire alla edificazione della città celeste, nella quale soprattutto i laici possono svolgere una fondamentale funzione evangelizzatrice che preannuncia – nelle parole di Giordani – i temi cari alla successiva stagione conciliare.
dalla seconda di copertina