53. Lo stra-ordinario del quotidiano
All’inizio del nuovo anno, mentre ci accingiamo a riprendere il normale ritmo quotidiano dopo la parentesi festiva, queste parole di Giordani ci aiutano a guardare con occhi altri la “realtà divina” che si cela dietro il nostro lavoro e impegno concreto di ogni giorno.
I santi […] insegnano a contemplare nelle cose della terra, dai monti ai mari, dal diritto all’arte, i riverberi della bellezza del Creatore e della sua sapienza: e cioè, in tutte le cose naturali e razionali a contemplare gli aspetti della casa del Padre, la materia prima della fraternità, sì che cielo e terra, monti e mari, uomini e prodotti dello spirito umano diventino gli elementi architettonici d’un tempio: l’unico Tempio, dell’unico Dio che è il Padre di tutti.
Igino Giordani, Il fratello, Città Nuova, Roma 2011, p. 103.
Bisogna lavorare: i talenti che da natura ci son dati, ingegno, sentimenti, forza, bellezza, ricchezza, tutto va messo a frutto: non si vive di rendita.
Igino Giordani, Le due città, Città Nuova, Roma 1961, p. 428.
Lavorare è un modo di pregare Dio: ché, datoci in origine come esercizio vitale, il lavoro divenne, con la colpa, un esercizio punitivo, essendosi aggiunta la fatica: con al redenzione poi, divenne un esercizio redentivo. Se si lavora con onestà e rassegnazione, la fatica si fa, come l’ascesa al Calvario, e in grazia di essa, la nostra redenzione e il mezzo della nostra resurrezione.
Igino Giordani, Il “Padre nostro” preghiera sociale, Morcelliana, Brescia 1946, p. 38.
Così la nostra giornata diviene un’operazione religiosa: il nostro camminare, parlare, lavorare, una funzione liturgica. Siamo sempre in una cattedrale, sempre davanti a Dio, per fargli onore: siamo sempre a costruire santità. Direttamente mettiamo mattoni, rattoppiamo scarpe, scassiamo la terra, scriviamo numeri o parole, ma indirettamente – e più realmente ancora – noi rendiamo testimonianza a Dio, al cospetto della nostra coscienza e di quella della società e, dentro i cieli, al cospetto degli angeli e nella comunità dei santi».
Igino Giordani, Il “Padre nostro” preghiera sociale, Morcelliana, Brescia 1946, p. 38.