21 dicembre 1950 – 21 dicembre 2015: se vuoi la pace prepara la pace

Memorie

E’ la vigilia di Natale del 1950. Il mondo è sotto l’incombente pericolo di una terza guerra mondiale. Alla Camera dei Deputati prende la parola l’onorevole Igino Giordani. Riportiamo qui di seguito un passo del suo discorso -ripreso dalle pagine della sua opera postuma “Memorie di un cristiano ingenuo”, edito da Città Nuova, nel desiderio di incoraggiarci a vicenda nel lavorare per la pace, l’unità, la fraternità universale anche in politica.

In un’atmosfera di fuoco e d’urli, si discuteva la mozione Giavi, con cui si chiedeva al governo italiano un’opera di mediazione nel conflitto rovente dei due blocchi. S’era perciò accesa nell’aula una rissa esplosiva che faceva temere davvero qualche conflitto con armi, seduta stante.

M’alzai a parlare in quell’atmosfera.

«In un’ora di tensione pericolosa tra Oriente ed Occidente – dissi – la mozione Giavi chiede al governo italiano di fare opera di mediazione e di conciliazione, prima che la guerra di Corea esploda in una nuova guerra mondiale».

Non capivo come ci potessero essere ancora governi nel mondo, «i quali non avessero capito quel che i popoli tutti invece ormai sanno “che le guerre non risolvono alcun problema; non servono a niente”; sono “l’inutile strage” di Benedetto XV; e “null’altro che rovina, morte e ogni sorta di miserie”, di Pio XII. Esse si reggono su miti: ieri si è mobilitato il comunismo contro la Germania, oggi si mobilita la Germania contro il comunismo. Si è creduto di liberarsi da un male; e se ne è avuto un altro. “In realtà non avremo né la vittoria del capitalismo, né quella del comunismo; avremo solo la vittoria del cannibalismo”, con l’emergere “dell’uomo della giungla”, dell’uomo-tigre.

Al governo ci sono cristiani, mazziniani, socialisti, i quali, con De Gasperi in testa, credono nella forza delle idee e non dei cannoni. Ora è possibile che, accanto alla politica del riarmo, non si possa svolgere una politica della discussione per cercare un accordo? La vita ci è stata data per essere vissuta, non per essere massacrata. Se tredici paesi pagani e mussulmani si sono interposti per la pace in Oriente, perché non facciamo noi paesi cristiani la stessa cosa in Occidente? L’Italia prenda l’iniziativa e faccia da ponte tra i due mondi, “come voleva Mazzini” -. Riproporre il dialogo, cominciando a farlo “dentro le mura d’Italia” dove si perde il tempo “in polemiche selvagge, cannibalesche”. Secondo Sombart, le guerre, variamente motivate, sono una serie di urti tra coloro  che coltivano il denaro e coloro che coltivano l’amore.  Gli uni perdono il concetto del fratello, gli altri lo ritrovano.

“La storia è una maestra che non ha scolari”. Si diceva: Si vis pacem para bellum. Ma la pax dei romani era il “deserto”. E invece “Se vuoi la pace prepara la pace”. Oggi, non serve più la discussione di guerra giusta e guerra ingiusta, perché oggi i mezzi bellici sterminano rei e innocenti. “Per l’Oriente, non so, ma in Occidente ci stiamo lasciando prendere dalla paura della guerra”. E la paura porta alla guerra. Il mio appello al governo vorrei che provenisse da tutti i settori , come “voce della nazione”. Concludo con una parola di saggezza detta alla vigilia della seconda guerra europea:  “Nulla è perduto con la pace, tutto può esserlo con la guerra”.

 Siamo alla vigilia di Natale: ci sono al governo e su tutti i banchi uomini di buona volontà: facciamo che l’augurio natalizio si converta in una realtà per l’Italia e per il mondo».

 La relazione ufficiale, mette dopo questa conclusione la nota: «Vivissimi generali applausi – Molte congratulazioni». Il governo accettò la mozione Giavi.

(Igino Giordani, Memorie di un cristiano ingenuo, Città Nuova, Roma, 1994, pp120-122)

 

 

Pubblicato il: 15/12/2015Categorie: In viaggio con Focotag =

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