Un po’ di storia
Agli albori (1980-1984)
Fin dai giorni successivi alla morte di Igino Giordani (18 aprile 1980), emerse l’esigenza di non disperdere la mole dei suoi libri, scritti, articoli, lettere, testimonianze. Don Antonio Petrilli fu il primo a cominciare un lavoro di catalogazione e archiviazione di tutto questo materiale.
L’esigenza di impegnarsi per custodire i materiali di Giordani veniva avvertita anche nel mondo culturale ed ecclesiale. Il gesuita padre Mondrone, amico personale di Giordani, si raccomandò vivamente di cominciare subito a lavorare per conservare e tramandare la sua figura, dicendo proprio a don Antonio: «tenete tutto in ordine, in vista della causa di beatificazione». E così, ancora nello studio di Foco al Centro dell’Opera, con Antonio e Rita Muccio – che intanto gli si era affiancata proprio per questo impegno – nasceva un primo centro per il riordino dell’archivio e si cominciarono anche a raccogliere le prime testimonianze.
Chiara Lubich istituisce il Centro Igino Giordani (1985)
Nel 1984 il Comune di Tivoli avviava il “Premio Igino Giordani” in memoria dell’illustre concittadino e in quella prima edizione il premio fu assegnato a Chiara Lubich. Per l’occasione, Tommaso Sorgi fu incaricato di condurre la laudatio della premiata, e dovette anche presentare il profilo di Giordani. La relazione piacque a Chiara, e fu così che nel dicembre 1984 Antonio Petrilli, a suo nome, chiese a Tommaso di trasferirsi da Teramo a Rocca di Papa per dedicarsi allo studio della personalità di Igino Giordani e delle sue pubblicazioni e promuoverne la figura storica, intellettuale e spirituale.
Nel febbraio 1985 la rivista mensile Mariapoli annunciava la nascita del nuovo Centro con un articolo dal titolo: “Foco tra noi. Il Centro Igino Giordani”.
Il 17 giugno 1985 Chiara Lubich incontrò ufficialmente i membri del nascente Centro Igino Giordani. In questa occasione – il vero battesimo del Centro – nell’indicare a Tommaso e a Rita le linee guida e la missione, Chiara diceva: «Foco è un patrimonio dell’Opera, al quale lavoreremo sempre, noi, in un verso o nell’altro», e più avanti: «E’ stato veramente una persona unica. E’ stato il più grande dono che Dio ha fatto al Movimento, veramente!» Verso la fine dell’incontro, rivolgendosi a Tommaso, aggiungeva: «D’altra parte ci voleva una persona competente come sei tu, e uno dei primi popi che c’era ai tempi di papà Foresi, di Foco, per avere la continuità», e concludendo: «Bene! Noi facciamo nascere qualcosa di nuovo. Bene così, allora!»
Il Centro Igino Giordani iniziava così le sue attività, con Tommaso Sorgi come direttore responsabile, cui Chiara aveva dato l’incarico di scrivere una biografia dettagliata di Giordani, e Rita Muccio quale sua collaboratrice, con il compito di raccogliere e catalogare tutto il materiale; a loro si unì Carla Bozzani l’anno successivo, il 1986. Il lavoro da compiere era infatti assai complesso: Giordani aveva scritto tantissimo, più di 100 libri e una miriade di saggi e articoli, di approfondimento, di carattere giornalistico e divulgativo, lasciando un’eredità considerevole nel campo della letteratura cristiana antica, dell’apologetica, dell’agiografia, della mistica, dell’ecumenismo, della politica e della letteratura narrativa. Di suoi libri e articoli fin dal 1930 esistevano inoltre traduzioni in lingua locale in Francia, Spagna, Cekia, Serbia, Portogallo, Belgio, Usa, Brasile, Argentina, India, Cina e Giappone.