Lettera da Belem
I.L. ci scrive da Belem:
Ho appena finito di leggere il libro Caro papà di Sergio Giordani e subito mi è venuto il desiderio enorme di ringraziarlo per questo dono prezioso che ci ha fatto, della vita intima di Foco.
In questo libro mi ha colpito tantissimo la sua ragionevolezza cristiana. Mi ha lasciato una “santa invidia” di voler essere così come lui, con questa testa di logica cristiana. Chissà un giorno! Intanto ci punto… M’immagino Foco che a questo punto lancerebbe una sua battuta, e con il suo buon umore lancerebbe una spinta ancor maggiore, nella mia corsa personale verso la santità.
Poi alla fine del libro sono rimasta con in cuore un qualcosa di buono, di pace, di bello e soprattutto di normalità. Sì, ho letto di una creatura snta al massimo, ma assolutamente normale, comune, immersa nel mondo come siamo ognuno di noi e che di mondo ne sa abbastanza e ne vive per costruirlo o… ricostruirlo. E lo si capisce quando si legge il suo scritto “io, il fratello, Dio”. E’ questo il trinomio che pervade dappertutto nella sua vita.
Anch’io ho l’onore di essere stata seduta in quella panchina nel Centro Mariapoli accanto a lui, che chiedeva da dove venivo e poi… “ciao, Chiara!”. Come ero incoscente allora ed oggi… quanto profetismo in quelle parole… Oggi dopo più di trentatre anni l’Ideale dell’unità mi ha portata “per strade impensate” come dice la canzone, e sento come meta proprio questa sfida.
Grazie Foco per il tuo esserci e per la spinta che mi dai, ogni volta che leggo di te, ad essere veramente un’altra Chiara.