Igino Giordani, un cristiano ingenuo

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Senza eroi siamo persone comuni e non sappiamo quanto possiamo andare lontano

Questo il titolo della serata organizzata per il 3 settembre 2014 dall’Associazione Igino Giordani di Taranto.
Sul filo conduttore del pensiero e della vita di Giordani, si intrecceranno le musiche di André Jolinet, Diego Ortiz e Turlough O’Carolan. Saranno premiati gli “amici” dell’Associazione di Taranto e consegnati gli attestati ai partecipanti della seconda edizione del Concorso fotografico “Tarde Nuève”.

Perché ingenuo?

Nel 1981 , in un suo libro autobiografico, si definisce , già nel titolo, ingenuo: “memorie di un cristiano ingenuo”, dichiara infatti di essere stato spinto a scrivere dai “cari amici” che gli andavano dicendo: “perchè non scrivi la tua storia? Ci farebbe tanto ridere”.

Guido Gonella nella prefazione di quel libro paragona il cristiano ingenuo di Igino Giordani con l’italiano inutile di Prezzolini ; cristiano si ma non ingenuo, a meno che ingenuo non voglia significare candido, schietto, sincero,dabbene, onesto, puro, spontaneo, naturale, semplice, non astuto, non furbesco, non malizioso, non intrigante. Tale fu appunto Igino Giordani. Non un italiano inutile ma un cristiano utilissimo a l’umanità tutta, nella buona e cattiva ventura. 

 Quello che intendiamo realizzare non è solo ricordare e raccontare episodi della sua vita oppure leggere tra i suoi innumerevoli scritti quanto offrire degli spunti , dei riferimenti , degli esempi e degli stimoli per il nostro quotidiano. Scrive Igino Giordani : “ ci vuole coraggio a mettere in piazza i propri fallimenti”. Sono i presunti fallimenti che interessano le donne e gli uomini, ogni giorno alle prese con successi e insuccessi.

Igino Giordani non era l’ uomo del “dialogo” accademico, l’ uomo delle vane parole, degli equivoci compromessi. Grande fu il suo contributo alla ricerca non dei “confronti” ma dei granitici “principi” sociali cristiani. Dalla tentazione di mettere sempre in discussione ogni problema, e quindi dal pericolo di finire nel verbismo, si liberò con soluzioni meditate, chiare, precise e persuasive. Cercò soprattutto il messaggio sociale a cui tutti possono attingere, le sue opere sono pertanto il riflesso della sua vita , una vita di laboriosità , di sacrificio e di elevazione spirituale. Scrittore completo, tutta la ricchezza del sapere cristiano veniva utilizzata per insegnare gli aspetti sociali di un cristianesimo vivente e vissuto, non si accontentava delle conoscenze di superficie : scavava ed approfondiva le ricerche ed estraeva materia preziosa. Geniale capacità di comporre in sintesi gli aspetti teologici, sociologici e storici di ogni problema, nei suoi scritti si incontra non solo la profondità del sapere, ma anche le vibrazioni del suo animo.

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Pubblicato il: 02/09/2014Categorie: Taranto

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