• Se gli altri odiano…

    Se gli altri odiano, non è una ragione perché odiamo anche noi. Si vince il male col bene; la malattia con la salute; si oppone all’ostilità la carità: questo è il comandamento di Dio.

    (Igino Giordani, L’inutilità della guerra)
  • Una politica della carità

    I nemici si amano: questa è la posizione del cristianesimo. Se si iniziasse una politica della carità, si scoprirebbe che questa coincide con la più illuminata razionalità, e si palesa, anche economicamente e socialmente, un affare.

    (Igino Giordani, L’inutilità della guerra)
  • L’amore accomuna

    Se l’amore accomuna, il timore ammucchia. Uno è centrifugo e genera la comunità, rimovendo limiti e sbarramenti; l’altro è centripeto e determina l’occlusione dei vasi comunicanti. Quello illumina, questo ottenebra: regime della libertà l’uno, tirannide terrifica l’altro.

    Nell’amore si ragiona e si tratta; nella paura non si capiscono ragioni, si procede sotto l’istinto e, vedendo fantasmi, si spara.

    (Igino Giordani, Il fratello)
  • La paura

    «L’amore scaccia il timore». E dunque chi ama non ha paura: il suo Io – il possibile soggetto della paura – non esiste più: esiste l’Altro, quegli con cui il nostro Io s’è identificato; e l’Altro, anche in veste di fratello, è Gesù.

    Così, nei tempi nostri specialmente, vien superato lo sbarramento maggiore: la paura. Sotto di essa, l’Io paventa perché è solo: solo, nel buio, tra quattro pareti, che finiscono col parergli i quadri di una tomba. E invece, se esce dalla solitudine, si libera: incontra il fratello, e per lui s’inserisce in Dio.

    (Igino Giordani, Il fratello)
  • Dio, Io, il Fratello

    Questa è la vita divina: e viverla è copiare Dio, qua­si incarnarlo. «Avete udito che fu detto: – Amerai il prossimo tuo e odierai il tuo nemico. – Ma io vi dico: – Fate del bene a coloro che vi odiano e pre­gate per coloro che vi perseguitano e vi calunniano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli: il quale fa sorgere il suo sole tanto sui buoni quanto sui cattivi, e manda la pioggia tanto sui giusti quanto su­gli ingiusti. Che se amate chi vi ama qual merito ne avete? Non fanno forse altrettanto i pubblicani?… Siate dunque perfetti, come è perfetto il Padre vostro nei cieli» (Matteo 5: 43-48). Questo precetto importa un instancabile perdonare, per ricostituire sempre il circuito della vita, che passa per i tre punti: Dio, Io, Fratello. Importa una inesau­ribile opera di pace, sì da ricostituire sempre la comu­nione in vista dell’unità, dovunque essa sia stata inter­rotta. E la pace si fa coi nemici, non coi… commensali: cosa cristianamente ovvia e pure normalmente incompresa, ché, nello stato di paura, si paventa la guerra e si paventa la pace.

    (Igino Giordani, Il fratello)
  • Imitando Maria…

    Imitando Maria, o, meglio, unendoci a Maria, tenendo lei presente durante le ventiquattro ore della giornata, la marcia dell’esistenza diventa una scala paradisi, una scalata al paradiso; perché in lei, per lei, sul suo esempio, tutto si convogli nell’unico flusso della volontà di Dio: e questa, se discende dal paradiso, al paradiso riascende.

    (Igino Giordani, Una stella accesa nella notte)
  • Il fratello

    Il fratello ci è dato per questo: per permetterci di amare in lui Dio, di assolvere la funzione per la quale fummo chiamati alla vita e realizzare il piano di Dio che è espandere l’amore.

    (I. Giordani, La divina avventura )
  • Devo farmi santo

    Se non sono l’ultimo cialtrone, devo farmi santo. Non avevo deciso che quest’anno fosse l’anno della santificazione, e cioè della intronizzazione di Dio al posto dell’Io?

    (I.Giordani, Diario di Fuoco, 6/10/1957 )
  • Copia di Maria

    Il santo, uomo o donna, è una copia di Maria. Quando si va a scavare il fondo del suo mistero, si trova questo ideale innamorante, affascinante, che è la Vergine Madre.

    (I. Giordani,  Diario di Fuoco, 1/5/1960.)
  • La vita è una marcia…

    La vita è una marcia verso l’eternità. Una produzione di amore, vitamina della santità.

    (I. Giordani, Laicato e sacerdozio)
  • Io mi sento cittadino…

    Io mi sento cittadino dell’universo, vitalmente inserito nella continuità insoluta dell’essere, viva cellula dell’umanità – coevo dell’immortalità.

    (I. Giordani, Rivolta cattolica, 1925)
  • Gesù, dentro ciascun santo

    Gesù, dentro ciascun santo, con l’impiego delle risorse, delle circostanze e dei luoghi diversi, ha modellato capolavori, uno più originale dell’altro. In essi davvero si contempla un Dio artista che non si ripete.

    (I. Giordani, Le due città.)
  • La crisi del nostro tempo

    La crisi del nostro tempo si deve a tanti motivi, che si riassumono in uno: penuria d’amore.

    (I. Giordani)
  • Siamo nella Chiesa

    Siamo nella Chiesa non pesi morti, ma produttori di santità, cioè di sanità per tutto l’organismo: dobbiamo collaborare con Cristo – il Capo – per la crescita delle membra, per la eliminazione delle tossine.

    (I. Giordani, La società cristiana)
  • L’ideale politico

    L’ideale politico supremo coincide col volere supremo di Gesù: “che tutti siano uno”. L’unità.

    (I. Giordani, in: Città Nuova, 25/10/1978)
  • Carità in politica

    Uno potrebbe dire che la carità in politica non c’entra, e meno ancora in economia. E invece c’entra, perché c’entra l’uomo: e l’uomo dell’amore vive, come dell’aria: non può farne a meno.

    (I. Giordani, in: L'Unione, 29/10/1961)
  • Maria modello perfetto

    La santità di Maria è il modello della nostra santificazione: il modello più semplice, più casalingo, adatto a tutti, in tutte le condizioni.

    (I. Giordani, Maria modello perfetto)
  • La famiglia

    La famiglia è la maggior collaboratrice dell’opera di Dio per ricreare il mondo secondo il suo disegno.

    (I. Giordani, Discorso alle Famiglie Nuove, 1974)
  • Natale

    La vita, nella pace, consentirebbe di fare d’ogni giorno un Natale. Questa è la rivoluzione di Gesù: farci rinascere continuamente.

    (I. Giordani)
  • La pace si fa

    I laici sono gli apostoli più diretti d’un compito oggi vitale per la Chiesa e per la società: se essi vivono la carità generano la pace nelle famiglie, nei partiti, negli stati, nel mondo; perché la pace si fa: si costruisce e ricostruisce attimo per attimo.

    (I.Giordani, inedito )
  • Libero dalla volontà degli uomini

    Perchè fai la volontà di Dio sei libero: libero dalla volontà degli uomini. Stai su un piano di volontà dove non operano i contrastanti voleri umani. Seguendo quella, tu esegui un disegno di Dio: collabori a un capolavoro, che realizza in terra un’idea del Verbo. Incarni la sua idea.

    (I.Giordani, Il fratello )
  • Giovani e vecchi

    Dove agisce l’amore, finisce la separazione: non c’è più né giovine né vecchio. In Cristo si rinasce, tutti, ogni momento: si ricomincia giovani, sia a venti sia a ottanta anni.

  • Occorre la rivoluzione.

    Non ho la pazienza, che è la base di roccia su cui si spuntano le avversità. Non ho l’amore, che è l’intelligenza del cuore, per la quale intrighi, ambizioni, ipocrisia e furberia sono strame. Non ho la fede, per cui, se anche tutti venissero meno alla lealtà verso la religione e la morale, io dovrei tranquillamente andare avanti. Tutta questa carenza viene dal fatto che il trepestio di denaro e ambizioni,…mi copre la voce di Dio e la vista delle cose spirituali…Qui davvero occorre la rivoluzione.

    (Igino Giordani, Diario di Fuoco, Città Nuova, 1980, p.76 )
  • Focolari di amore

    La funzione nostra di sposati è questa di stare nella società come focolari di amore, che bruciano amore, che spargono amore. Ma dobbiamo innanzi tutto fare apostolato per spiegare alla gente che cos’è il matrimonio, che cos’è l’amore… perché attraverso certi film, certi romanzi, certi articoli di giornali, l’amore che era la parola più sacra, più bella che ci fosse ha preso aspetti deformanti, triviali. Non si riconosce più. E’ una caricatura, una deformazione, un capovolgimento. Noi vogliamo ristabilirlo nella sua identità cominciando dalla famiglia la quale nasce dal matrimonio.

    (Igino Giordani, discorso inedito alle famiglie, ottobre 1979)
  • Un dovere morale

    L’ opera di misericordia è un dovere morale e materiale: nutrendo chi spasima, nutro me; chè la sua fame è la mia e di tutto il corpo sociale, di cui sono parte organica. Non si può gettare a mare il grano quando c’è – in altra parte del mondo – chi ha fame.

    (Igino Giordani, Il fratello, Città Nuova, Roma, (1954) 2011, pag. 65)
  • E questo amore…

    E questo amore unisce le due persone che si sposano. Li unisce in modo tale da fare quello che Gesù dice “un’unica carne”, cioè un’unità perfetta, personale. Questa è la tendenza che vogliamo noi. Andiamo contro la tendenza che c’è e si è sviluppata negli ultimi secoli, di sfasciare questo sentimento che nobilita l’uomo, che lo divinizza. E trasportarlo, trascinarlo ad un istituto bestiale, super bestiale, più che bestiale, satanico. Cioè vogliamo rifare del matrimonio: il sacramento.

    (Igino Giordani, discorso inedito alle famiglie, ottobre 1979)
  • L’ossigeno della civiltà 

    Chi ama la patria le assicura la pace, cioè la vita: come chi ama suo figlio gli assicura la salute. La pace è la salute di un popolo: è l’ossigeno della sua civiltà.

    (Igino Giordani, L’inutilità della guerra, Città Nuova, Roma, (1953) 2003, pag. 22)
  • La famiglia è una società  sacra

    Certa letteratura spicciativa cosparge di scherno la vita coniugale e fa del matrimonio un oggetto di derisione. E invece la famiglia è una società sacra, un rapporto sacerdotale, una missione divina. Nessuno mostra a tanti giovani innamorati la nobiltà e insieme la responsabilità, di quel sodalizio, che la Chiesa salda col sacramento, facendone una fonte di trasmissione del divino nel convivere umano.

    (Igino Giordani, Famiglia comunità d’amore Città Nuova, Roma (1969) 2001, pag. 11)
  • “Tutte le cose appetiscono la pace”

    “Tutte le cose appetiscono la pace”, secondo S. Tommaso. Difatti tutte appetiscono la vita. Solo i matti e gli incurabili possono desiderare la morte. E morte è la guerra. Essa non è voluta dal popolo; è voluta da minoranze alle quali la violenza fisica serve per assicurarsi vantaggi economici o, anche per soddisfare passioni deteriori.

    (Igino Giordani, L’inutilità della guerra, Città Nuova, Roma (1953) 2003, pag. 7)
  • La religione investe tutta l’umanità

    La religione non si circoscrive né si esaurisce nelle pareti del cuore, né tampoco in quelle domestiche: essa è dilatazione che tende a investire tutta l’umanità. E neppure finisce nelle chiese, dove anzi comincia, ma esce nelle vie e per le piazze a ricercare in ogni angolo ogni creatura. Quando si varca la soglia di casa per tuffarsi nel mondo, la fede non s’appende come una papalina stinta a un chiodo dietro l’uscio, ma la si reca come fiaccola.

    (Igino Giordani, Diario di Fuoco Città Nuova, Roma (1980) 1990, pag 17)
  • Un valore umano

    La politica è l’arte di governare la società: arte quindi che, riguardando l’uomo nei suoi rapporti coi simili, assume un valore umano e perciò morale. L’onestà degli onesti se non agisce anche nella collettività, a servizio del prossimo, diviene ipocrisia puritanica e contributo alla degradazione morale della vita pubblica: ché lo sgoverno dai posti di comando logora e corrompe istituzioni e persone dipendenti: scuole e tribunali, commerci e industrie, sindacati e banche, funzionari e contribuenti.

    (Igino Giordani, La Via, 21 gennaio 1950 )
  • La vita

    Il tempo perso a pensare all’Io, è tempo perso: perché l’Io per sé è nulla. Dio è tutto: tempo speso vitalmente, è quello speso a pensare a Dio : là è la vita.

    (Igino Giordani, Diario di Fuoco, Città Nuova, 1980, p.137)
  • La volontà di quelli che amano

    Se amore di Dio è fare la sua volontà, la volontà di Dio diviene la volontà di quanti lo amano: i quali dunque hanno una sola volontà, quella di Dio: e in essa sono unificati.

    (Igino Giordani, La divina avventura, Città Nuova, 1961, p.42 )
  • Ci difendiamo dagli altri

    Quanto ai cattolici, troppi di noi, afflosciati da un’atavica ignavia, siamo assueti a rimettere agli altri l’incarico di pensare, disimpegnandoci da tale fatica…Siamo, nella migliore delle ipotesi, sempre in una posizione negativa: ci difendiamo dagli altri, gli antagonisti, ma rimaniamo ancora privi della potenza di controbattere, di revincere, di imporre un nostro pensiero.

    (Igino Giordani, Rivolta cattolica , Città Nuova, 1997, p.67)
  • Il paradiso divenne casa comune…

    Attraverso il fratello, presi a vivere Dio. La grazia sgorgò libera…L’esistenza divenne tutta una avventura, consapevolmente vissuta in unione col Creatore, che è la vita. Maria splendette d’una bellezza nuova; i santi entrarono tra i familiari; il paradiso divenne casa comune..

    (Igino Giordani, Memorie di un cristiano ingenuo, Città Nuova, 1994, p.154)
  • Ti senti solo…

    Anche il figlio, carne della tua carne, a un certo momento, per un tratto più o meno lungo, ti si allontana: senti che non ti appartiene più. Anche le persone più care, in certe cose si separano da te: viene la volta che, pur tra mezzo ai tuoi, ti senti solo. Ma ti riavvicini, superando i fossati delle passioni e interessi, se arrivi agli altri attraverso Cristo: ché Egli è il mediatore della socialità indefettibile: in Lui infallibilmente ci si unifica.

    (Igino Giordani, Cattolicità, Morcelliana, 1946, p.260)
  • Ho bisogno di te

    Non occorre, Signore, che io rediga la lista dei bisogni, la quale è senza fine. Basta dire che ho bisogno di Te.

    (Igino Giordani, Diario di fuoco, Città Nuova, 1980, p.88)
  • Una rivoluzione

    Il Vangelo piace a leggersi; ma metterlo in pratica provoca scandalo tra la gente per bene, in mezzo a cui quelle lame di fiamma, quelle recisioni radicali, quegli inviti a distaccarsi dagli agi e dalle clientele, vengono stemperati e spenti con interpretazioni, che imborghesiscono sino alla nullificazione il vocabolario dello Spirito Santo.

    Il Vangelo suona come una rivoluzione, operata nel profondo dell’anima, per mettere a vivere la grazia là dove viveva un groviglio di gretti pensieri.

    (I. Giordani, «Fides», 1953)
  • Seguire Gesù

    Seguir Gesù è mettersi sul cammino del Calvario in vetta a cui aspetta una croce: è quindi un destinarsi al fallimento, quanto al successo umano, col danno e le beffe.

    Dalle esperienze patite, Paolo ricavava una legge che formulò così : “Tutti coloro i quali vogliono vivere religiosamente in Cristo Gesù patiranno persecuzione”(2 Tim, 3:12).

    (I. Giordani, «Fides», 1953)
  • La prova

    E dunque la prova è per il nostro bene. Si fa nostro bene. E’ una sorta di esame di passaggio all’eternità. E’ la croce necessaria per seguire Gesù, il Crocifisso, sino alla resurrezione. Chi non l’abbraccia, non può essere suo discepolo. L’amore la rende soave e leggera; l’amore che muta il dolore in gioia…

     

    (I. Giordani, La divina avventura)
  • Spirito d’avventura

    “Se uno vuol seguirmi – ha detto Gesù che rifugge da mezzi termini e sempre esige atti radicali – rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua….” ( Matteo, 16,24 ; 25 ).

    Sempre uno spirito d’avventura: gettarsi nell’amore – cioè gettarsi nell’altro (Dio – prossimo) – come in alto mare; perdendosi in esso; ci si perde nell’umano, ci si ritrova nel divino. Ma ci vuole un proposito eroico e una perseveranza sino alla fine: la croce vuol dire sofferenza.

    Vuol dire disonore, come per Lui, e condanna, per mano magari di gente che serve Dio, come per Lui, e vuol dire spesso incomprensione, dimenticanza, abbandoni, lutti, miseria…

    (I. Giordani, «Fides», 1953)