• La pace comincia in noi…

    La pace comincia in noi… in me e da me, da te, da ciascuno… come la guerra. Un conflitto mondiale può scattare da una bomba esplosa a Sarajevo, da un gesto compiuto a Danzica. E così la pace.

    (Igino Giordani, L’inutilità della guerra)
  • Se vuoi la pace…

    Le armi si fabbricano per spararle: l’arte della guerra si insegna per ammazzare. Se vuoi la pace prepara la pace; se vuoi la guerra prepara la guerra.

    (Igino Giordani, L’inutilità della guerra)
  • La guerra…

    La guerra, mentre impoverisce tutti, non abolisce le più gravi disuguaglianze.

    (Igino Giordani, L’inutilità della guerra)
  • Il principale argomento

    Il principale argomento a sostegno delle spese di guerra è tratto dalla sapienza pagana : – Si vis pacem para bellum (se vuoi la pace, allestisci la guerra) –. Che è come dire : se vuoi la salute, procurati una polmonite ; se vuoi arricchire, dilapida il denaro ; se vuoi il bene, opera il male…

    (Igino Giordani, L’inutilità della guerra)
  • La pace si ottiene con la pace

    La pace si ottiene con la pace: e sant’Agostino già dai suoi tempi, nei quali le guerre stavano dissolvendo l’Impero Romano, insegnava ad acquirere vel obtinere pacem pace : a conquistare o a custodire la pace con la pace, non con le armi. Con le armi si ammazza la pace.

    (Igino Giordani, L’inutilità della guerra)
  • Ogni uomo è un fratello

    Ogni uomo è un fratello. È cellula dello stesso organismo di cui son cellula anch’io. Se egli soffre, anche l’organismo patisce: e io in esso. Il bene del fratello è mio bene : il male di lui è mio male.

    (Igino Giordani, L’inutilità della guerra)
  • I nemici si amano

    I nemici si amano: questa è la posizione del cristianesimo. Se si iniziasse una politica della carità, si scoprirebbe che questa coincide con la più illuminata razionalità, e si palesa, anche economicamente e socialmente, un affare.

    (Igino Giordani, L’inutilità della guerra)
  • Comprendere per amare

    Comprendere per amare; amare per comprendere…

    I nostri fratelli russi, americani, cinesi, francesi, coreani, jugoslavi, inglesi sono inseriti nella nostra vita: sono la nostra vita; saldati tutti allo stesso destino, perché partecipi tutti d’una unica vita, in cui circola la santità se noi vi mettiamo amore, circolano le tossine se noi vi mettiamo odio. Odiando ci suicidiamo in persona del fratello.

    (Igino Giordani, L’inutilità della guerra)
  • C’è un’alternativa all’atomica?

    C’è un’alternativa all’atomica? C’è: e si chiama carità, che è l’amore divino che lega Dio e uomini. Su questo punto la rivoluzione del Vangelo è radicale.

    (Igino Giordani, L’inutilità della guerra)
  • Per non aver timore dell’uomo, bisogna amarlo

    Per non aver timore dell’uomo, bisogna amarlo. Amarlo anche se malvagio, anche se pezzente, anche se sporco, vedendo sempre, sotto le sue spoglie e i suoi cenci e la sua grinta il volto di Cristo. Si tratta di ridestare questa relazione, che 1’antica tradizione cristiana espresse nell’aforisma : «Vedi il fratello, vedi il Signore».

    (Igino Giordani, L’inutilità della guerra)
  • Spirito di collaborazione

    Se non suscitiamo questo spirito di collaborazione, al quale portano la reciproca sopportazione e la tolleranza e l’accettazione della diversità come condizione dell’unità, vuol dire che non siamo nella carità.

    (Igino Giordani, L’inutilità della guerra)
  • Causa prima della guerra è la miseria

    Causa prima della guerra è la miseria. Essa, come porta all’ateismo, così porta alla guerra. Se causa prima della guerra è la miseria, causa seconda è la cupidigia. I popoli miseri sono tentati di farsi giustizia da sé, come gli affamati son tentati di rubare. Le ideologie rivestono le passioni (…). Quindi la libertà dal bisogno è non meno importante della libertà dalla tirannide.

    (Igino Giordani, L’inutilità della guerra)
  • Quel radar

    Economia, scienza, speculazione, arte invitano alla collaborazione, e spesso la realizzano; e mostrano l’interdipendenza di popoli e gruppi e famiglie. Ma perché questo legame si veda intero e si apprezzi di più occorre quell’« occhio » – quel radar – che è l’amore. Esso insegna a vedere – di là dai rivestimenti accademici e razziali – quella sostanza divina e umana che è comune a tutti: scopre l’uomo, e cioè il fratello; un tessuto comune, che impone una solidarietà per un interesse che è di tutti.

    (Igino Giordani, L’inutilità della guerra)
  • Il realismo della vita

    Per metter fuori combattimento chi muove guerra alla guerra, si usa pure dire che è un ingenuo; mentre chi prepara i combustibili per le conflagrazioni si qualifica realista. Uno perché vuole la salute è un utopista; un altro perché vuole la morte è un realista. Come se il realismo della vita – la realtà dell’esistenza – fosse la morte.

    (Igino Giordani, L’inutilità della guerra)
  • La civiltà cristiana porta alla pace

    La civiltà cristiana, perché ispirata dal Vangelo, porta alla pace: è la pace svolta nel tempo e nello spazio, nelle idee e nelle opere; mentre la causa dei lavoratori porta alla pace, è la pace, perché non si lavora sotto gli esplosivi, così come non si educa col male.

    (Igino Giordani, L’inutilità della guerra)
  • La guerra è il torto

    Ha torto senz’altro chi inizia la guerra. La guerra è il torto. (…) Il torto è di chi, pur avendo ragione, ricorre alle armi. Chi primo spara è il più sicuro criminale. Uno che ha dalla sua tutte le ragioni, con le armi si prende tutti i torti: infatti impiega mezzi irrazionali.

    (Igino Giordani, L’inutilità della guerra)
  • Se si ammette una eccezione…

    Facile trovarsi d’accordo nel condannare la guerra, in genere; ma è pur facile incontrare chi esclude dalla condanna una guerra particolare, quella che fa comodo a lui.

    (…) Se si ammette una eccezione, per quella passa la regola.

    (Igino Giordani, L’inutilità della guerra)
  • E non è meglio vivere?

    Se quanto si spende per le guerre, si spendesse per rimuoverne le cause, si avrebbe un accrescimento immenso di benessere, di pace, di civiltà : un accrescimento di vita. E non è meglio vivere che morire ammazzati?

    (Igino Giordani, L’inutilità della guerra)
  • La guerra è un omicidio in grande

    La guerra è un omicidio in grande, rivestito di una specie di culto sacro, come lo era il sacrificio dei primogeniti al dio Baal : e ciò a motivo del terrore che incute, della retorica onde si veste e degli interessi che implica. Quando l’umanità sarà progredita spiritualmente, la guerra verrà catalogata accanto ai riti cruenti, alle superstizioni della stregoneria e ai fenomeni di barbarie.

     

    (Igino Giordani, L’inutilità della guerra)
  • Sotto la croce

    Sotto la croce, Maria risultò nettamente la donna del popolo che tiene le parti di Dio.
    Di lei davvero si può dire, in certo senso, che Dio ebbe bisogno di lei, come per nascere così per morire.

    (Igino Giordani, Una stella accesa nella notte)
  • Stabat

    Ella stabat: stava in piedi. Ritta, contro la tempesta, in quell’ora decisiva, non stettero che Maria e la croce: i due sostegni al Redentore morente!
    Allora la Madre Vergine si levò regina dell’universo, in maestà e bellezza, contro il buio e la morte.

    (Igino Giordani, Una stella accesa nella notte)
  • Quel nome

    Dire quel nome, Maria, in ogni circostanza e ambiente è penetrare di colpo in un’atmosfera
    di divino; è accendere una stella nella notte; aprire una sorgiva di poesia in una plaga tecnologica; far fiorire di gigli una palude.
    È un restituire il calore della famiglia in un campo di lavori forzati.

    (Igino Giordani, Una stella accesa nella notte)
  • L’assunzione

    L’assunzione! Il mistero di Dio che s’umiliava nel mistero di Maria si capovolse nel mistero di Maria che viene innalzata a Regina del Cielo dalla gratitudine del Figlio.

  • L’apertura della casa del Padre

    Maria parla della sola parola di Dio, essa è ricca della sola sapienza di Dio, essa è grande della sola grandezza di Dio. La sua Assunzione è stata l’apertura della casa del Padre alla folla dei figli.

    (Igino Giordani, Una stella accesa nella notte)
  • La guida di Maria

    La vita come preghiera: il lavoro come liturgia: l’esistenza come ritorno a Dio, per la guida di Maria.

    (Igino Giordani, Una stella accesa nella notte)
  • Giardino di primavera

    Giardino di primavera, aria di prima mattina, cielo terso, come rivestimento mattinale
    della maestà di Dio; questo sei, Maria, poesia nostra, amore nostro, che ci innamori dell’Eternità.

    (Igino Giordani, Una stella accesa nella notte)
  • La santità di Maria

    La santità di Maria è il modello della nostra santificazione: il modello più semplice, più casalingo,
    adatto a tutti, in tutte le condizioni.

    (Igino Giordani, Una stella accesa nella notte)
  • Portare il sacro per strada

    Abbiamo separato nell’uomo-Dio, Dio dall’uomo, abbiamo nullificato l’incarnazione. Si tratta oggi di reincarnare il cristianesimo nella vita di ogni giorno, nella vita nostra e nella vita degli altri. Ma oggi invece si tratta di andare nel mondo. Oggi si tratta di prendere il sacro dai monasteri e portarlo per istrada, portarlo nelle fabbriche, metterlo a circolare per la vita di ogni giorno, metterlo nelle automobili, farlo circolare sugli aeroplani, metterlo a circolare nella vita di ogni momento. Per consacrare il mondo ci vuole che noi stiamo nel mondo da consacrati, essere nel mondo senza essere del mondo.

    Igino Giordani, ai focolarini sposati, Rocca di Papa, 8 dicembre 1961 (in AGMF, AIG II, 6,3, p.1)
  • Senza paura

    Maria c’insegna a valorizzare l’attimo, la monotonia, la fatica; e ci fa vedere che non siamo soli.
    Con noi è Dio, l’onnipotenza. Maria ama: ed è libera.
    Ama in Dio, per Iddio: e perciò non ha paure: è libera dalla paura.

    (Igino Giordani, Una stella accesa nella notte)
  • Il senso della vita

    Maria ci educa a riattingere di continuo l’alimento dello spirito alla fonte della vita: in Dio. Seguendo Maria si restituisce all’esistenza un valore, un senso e uno scopo.

    (Igino Giordani, Una stella accesa nella notte)
  • Il mondo: la casa di Maria

    A imitazione di lei, si può – si deve – rinunziare al mondo, stando nel mondo; o – che fa lo stesso – si può, si deve, trasformare il mondo in casa di Maria.
    Allora ogni ufficio e officina si tramuta in casa di Gesù, per vivere, tra carte e muffe, strilli e strepiti, con lui, sempre con lui.

    (Igino Giordani, Una stella accesa nella notte)
  • 27 maggio 1978

    Stamane m’è parso d’essermi avvicinato a Dio. Mai, credo, l’avevo sentito più vicino. La mia gioia è stata, ed è, grandissima. Sento d’aver trovato l’accesso libero per andare a Lui; e mio proposito è di non più allontanarmi. Ho vinto, per la grazia di Dio, gl’impedimenti che mi tenevano aggrappato alla terra. Ora sono in terra e abito in cielo (la mia ambizione è immane, ma la misericordia di Lui è maggiore. Lo amo tanto). Non m’intralciano più gli impulsi di vanità, di preferenze nelle amicizie. Vado direttamente a Dio, scartando questi cenci. Possono gli uomini tradirmi, calunniarmi, uccidermi: ma ho Dio; e amo loro, senza dipender da loro. Sono di Dio. Non mi serve altro

    (Igino Giordani, Diario di fuoco)
  • Azione e contemplazione

    Maria è l’azione e la contemplazione. Entra nella storia come un’orante, ma poi va a Betlemme, in Egitto, si sottrae ad Archelao, affronta il calvario, partecipa e anticipa la vita della Chiesa militante.

    (Igino Giordani, Una stella accesa nella notte)
  • Si può salire a Dio

    Maria, per farsi tutta a tutti, tradusse in materia prima della santità le vicende della vita di tutti i giorni, mostrando che si può salire a Dio senza uscire dall’ambito d’una esistenza comune.

    (Igino Giordani, Una stella accesa nella notte)
  • Con semplicità

    Nessuna creatura ha mai raggiunto l’altezza spirituale della Vergine; e nessuna l’ha fatto con più semplicità. Non ci sono stati corsi complicati di ascetica e di mistica, nella sua carriera; c’è stata la cucina, il pollaio, la lavanderia, la bottega, (forse un unico locale per letti, attrezzi, e pasti) c’è stato il lavoro e il dolore,  elementi di cui ella ha fatto, attimo per attimo, i motivi della elevazione a Dio,
    dell’olocausto all’Eterno.

    (Igino Giordani, Una stella accesa nella notte)
  • Il silenzio

    Quando il silenzio ti circonda, come il recinto spinato d’un campo di concentramento,
    e l’ingratitudine con l’abbandono dei fratelli ti isola, pensa a Maria: e la poesia ruscellerà come sole sfuggente sugli orizzonti della tua fantasia; e dietro lei verranno le grazie del Signore col colloquio sempre più fidato.

    (Igino Giordani, Una stella accesa nella notte)
  • Una solitudine piena di Dio

    Umile com’è, di poche parole, amante com’è della preghiera e del lavoro, Maria passa gran parte del suo tempo nel silenzio e nella solitudine.
    Non la solitudine disperata, vuota, del tempo nostro, in cui l’uomo, tra la massa urbana, non ha con chi comunicare e resta solo; ma la solitudine come conca piena di Spirito Santo, in cui, se mancano gli uomini, è presente Dio.

    (Igino Giordani, Una stella accesa nella notte)
  • Porta del Cielo

    Maria! È bastato il suo nome per suscitare nei secoli la poesia più pura e l’arte più perfetta.
    È porta del cielo; è assunta nella dimora di Dio, per accogliere i figli nella casa del Padre.
    Per questo essi la invocano, anche centinaia di volte al giorno, perché preghi per loro adesso
    e nell’ora della morte.

    (Igino Giordani, Una stella accesa nella notte)
  • Minuto per minuto…

    Maria è una creatura, la quale ha capito la vita e l’ha vissuta: non ha passato gli anni a coltivare illusioni e ad aspettare occasioni, e a gemere su delusioni, svegliandosi ogni mattina con un’angoscia nuova per addormentarsi la sera con una sconfitta in più.
    Ella ha colto dall’esistenza quanto di più bello l’esistenza può dare: la fede nell’Eterno; la decisione di vivere minuto per minuto l’unione con l’Eterno.

    (Igino Giordani, Una stella accesa nella notte)
  • La guerra moderna

    La guerra moderna – inutile, maledetta – non conta più né vittorie né sconfitte. E’ tutta una sconfitta.

    (Igino Giordani, L’inutilità della guerra)
  • Quanto si spende per le guerre…

    Se quanto si spende per le guerre, si spendesse per rimuoverne le cause, si avrebbe un accrescimento immenso di benessere, di pace, di civiltà: un accrescimento di vita.

    (Igino Giordani, L’inutilità della guerra)